Sarà una «giornata di collera» palestinese quella di domani in Cisgiordania in risposta all’annuncio ufficiale dell’Accordo del secolo, il piano elaborato dall’Amministrazione Trump per dare il via libera all’annessione unilaterale a Israele di buona parte della Cisgiordania occupata. Accanto alla prevista mobilitazione migliaia di palestinesi, l’Autorità Nazionale (Anp) minaccia di sciogliersi e di uscire dagli Accordi di Oslo firmati da Olp e Israele nel 1993. «L’Accordo del secolo non passerà senza l’approvazione del nostro popolo. La leadership studierà tutte le opzioni, incluso il destino dell’Anp», ha avvertito Nabil Abu Rudeina, il portavoce del presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen).

 

Non è la prima volta, in questi ultimi anni, che i vertici palestinesi minacciano il dissolvimento dell’Anp e la fine del coordinamento di sicurezza con Israele, dopo le mosse unilaterali e contrarie al diritto internazionale dell’Amministrazione Trump che alla fine del 2017 ha riconosciuto Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico e qualche mese fa ha definito «non illegali» le colonie ebraiche costruite nei territori palestinesi occupati da Israele nel 1967. I palestinesi non fanno mistero di attendersi che la comunità internazionale, l’Ue in particolare, prenda una posizione netta contro il piano Usa. Per Fatah, il partito del presidente Abbas, «l’unica risposta utile ed effettiva è l’immediato riconoscimento di uno Stato palestinese nei confini del 1967, con Gerusalemme est capitale». Difficilmente i palestinesi vedranno realizzate le loro aspettative.

 

Trump oggi avrà incontri separati alla Casa Bianca con Netanyahu e il leader dell’opposizione israeliana Benny Gantz. Quindi domani la Casa Bianca dovrebbe rendere pubblica la parte politica – quella «economica» (vaghe promesse di donazioni e aiuti per decine di miliardi) è stata presentata questa estate in Bahrein – dell’«Accordo del secolo» che, secondo indiscrezioni, oltre al riconoscimento dell’annessione a Israele sulla Valle del Giordano e sugli insediamenti coloniali nell’Area C della Cisgiordania, prevede anche uno minuscolo Stato palestinese. A condizione però che Hamas, che controlla Gaza, deponga le armi e che i palestinesi riconoscano Israele come lo Stato soltanto del popolo ebraico (e non di tutti i suoi cittadini, anche quelli arabi) e Gerusalemme capitale di Israele.