Location blindata, ieri, per la tappa napoletana del tour elettorale di Matteo Renzi. Camionette di polizia e finanza circondavano il perimetro esterno della Mostra d’Oltremare, metal detector e controllo di borse e zaini all’interno del centro congressi. Assenti le bandiere delle liste in coalizione con il Pd: bisogna ricompattare il partito alla vigilia del voto, la mattinata è dedicata a sostituire su giornali e siti di informazione le foto che associano la candidata dem, Valeria Valente, con i verdiniani di Ala.

Si saranno messe in moto anche le diplomazie romane, visto che a sorpresa si è presentato Antonio Bassolino: «Sono tra i fondatori del Pd, sono qui per ascoltare il mio segretario» ha spiegato l’ex governatore all’ingresso. Poi, all’uscita: «E’ stata una buona giornata». Mercoledì aveva postato su facebook: «Ritengo indispensabile spingere per rinnovare un partito chiuso in rigide correnti, per cambiare un Pd che non è il Pd. Domenica, in coerenza con la mia storia e la mia battaglia politica e culturale, faccio il mio dovere di fondatore del Pd». Ai lettori attenti non era sfuggita l’assenza di un endorsement alla vincitrice dalle primarie.

Riportare la pace, sia pure armata, nel partito e scongiurare il voto disgiunto: c’è chi, tra i dem, ha ipotizzato di far convergere le preferenze sul sindaco uscente, Luigi de Magistris, per farlo vincere al primo turno con una coalizione sotto il 40%. Così non scatta il premio di maggioranza e i partiti entrano con il proporzionale. In questo scenario, i dem avrebbero più consiglieri rispetto a una vittoria di de Magistris al secondo turno. Ma è più facile ipotizzare che i bassoliniani possano decidere di punire Valente.

Renzi ieri è venuto a disinnescare entrambi gli scenari: «Se si va al ballottaggio poi si ricomincia sullo 0-0 e si vince». Se il Pd tiene il 16% di cinque anni fa, potrebbe arrivare al secondo turno. Gianni Lettieri nel 2011 superò il candidato dem (per poi perdere con l’attuale sindaco) ma allora il Pdl totalizzò il 23,85%. Gli ultimi sondaggi informali danno de Magistris al 42%, Lettieri al 22, Valente al 19 e il 5 Stelle Matteo Brambilla al 13%.

La platea era affollatissima, pare siano stati organizzati una trentina di pullman da Napoli e provincia. Numerosa la compagine da Ercolano e Torre del Greco, sono loro a intonare «Matteo uno di noi» quando arriva Renzi. Da una settimana impazzano i paragoni calcistici: per carità non si sente Gonzalo Higuaìn né, un gradino sotto, il Papa però Valente gli ricorda Beppe Bruscolotti, famoso terzino del Napoli. E poi comincia la seduta motivazionale: «Per il Governo è importante il referendum. Questo non è un voto sul governo, ma sicuramente è molto importante per il futuro della propria città». Un discorso di 25 minuti per sfottere gli avversari del Pd, soprattutto i 5 Stelle e la Lega di Matteo Salvini, e ribadire gli interventi diretti del governo (da Bagnoli a Pompei passando per il museo di Capodimonte e la rimozione delle ecoballe). Il sindaco De Magistris è liquidato con «sa solo insultare». Con il governatore Vincenzo De Luca grande feeling: sburocratizzazione, Universiadi, portualità, l’accordo è totale.

Il momento più atteso arriva quando si rivolge alla platea: «Saluto Antonio Bassolino che è in sala, gli dico grazie di essere qui e voglio ricordare con lui la sua esperienza di sindaco dal 1993 al 2000». Allo sconfitto ai gazebo (con polemiche sulle monete da un euro ai seggi e i ricorsi rigettati) è dedicato anche il passaggio sulle primarie: «Dobbiamo migliorare ma almeno il nostro simbolo non è di proprietà di un fondatore e di un altro fondatore morto, che lo lascia al figlio».

Prima di Renzi, anche Vincenzo De Luca si era rivolto al suo storico rivale dai tempi del Pci: «Il Pd è la casa di tutti, nessuno decide chi ci sta o no. Mi fa piacere poter presentare, vero Antonio, un partito unito nell’interesse di Napoli e della Campania».

La scena madre però c’era già stata. Valeria Valente è scesa tra il pubblico per stringere la mano all’ex mentore, con tanto di standing ovation generale, e poi dal palco: «Ringraziamo chi ci ha rivolto qualche critica, anche di troppo, ringraziamo Antonio Bassolino». Il messaggio è chiaro: tutti uniti, votiamo Renzi sindaco di Napoli.