Abbiamo mai visto un titolo di quotidiano che abbia definito, che ne so, «pisello al dente» un qualunque signore impelagato in vicende politiche con risvolti penali, magari con qualche intreccio rosa?

E appena formulata la domanda, subito trovo una prima risposta, perché di fatto, nessun uomo, almeno in Italia risulterebbe veramente umiliato da un epiteto del genere. E di conseguenza, non è attraverso gli epiteti sessuali che si attacca un uomo politico. Loro, il genere maschile etero, non hanno lo stigma della puttana che li insegue da vicino, come capita sempre a ogni singola donna, tanto più se hai l’ardire di essere una donna pubblica. Addirittura una sindaca.
Hanno provato di tutto, per colpire Virginia Raggi. Bambolina, fatina. Ora che le voci sulle sue relazioni sentimentali si levano più alte, ecco il titolone di Libero. Una donna inchiodata al suo sesso. Non molto diverso dai tanto deprecati social, mi sembra. Giornali splatter che trasudano sessismo, si fanno portavoce della più odiosa misoginia. Puro stile Trump. Nessuno sembra interessato a capire chi sia, Virginia Raggi, donna a miei occhi imperscrutabile, dai comportamenti che oscillano tra la sfida della dura, che tira dritto, al mostrarsi fragile, e per questo seduttiva.

Intendiamoci. L’operato di Raggi è più che discutibile, e non solo per gli aspetti di abuso di ufficio su cui le indagini sono in corso. Ma critiche politiche, vi prego, alla sindaca di Roma.

Battute da spogliatoio, da maschi che si fanno tronfi della loro miseria, basta. E su questo non c’è altro da dire.