A due passi dal Duomo negli anni ’50 impazzava il club Santa Tecla. Tempio musicale della città dove si sono esibiti, ma soprattutto sono nati molti musicisti destinati poi a lasciare un segno profondo nella nostra cultura musicale. Lì, tra gli altri, suonava il gruppo Rocky Mountains Old Times Stompers composto da Jannacci al pianoforte, Tenco e Tommelleri al sax, Gaber e Reverberi alla chitarra. Sessanta anni dopo, a due passi dal Santa Tecla, il cantiere del teatro Lirico (pare riapra in settembre, dopo venti anni e dopo il restauro conservativo, ma dubitare è lecito) ha ospitato la presentazione di Milano per Giorgio Gaber, le iniziative che la fondazione ha organizzato per ricordare Gaber in occasione del quindicesimo anniversario della scomparsa. Scelta perfetta per il luogo, visto che il Lirico non solo ha ospitato Giorgio in diverse occasioni, ma riaperto si chiamerà proprio teatro Gaber. Scelta tosta invece per l’imprevedibile temperatura siberiana del primo giorno di primavera, come ha sottolineato Lorenzo, che cura incontri con le scuole, e che ha ricordato come nonno Giorgio, in quanto freddoloso, sarebbe stato a disagio.

Si comincia il 26 al teatro Grassi (il vecchio Piccolo Teatro) con Destra, Sinistra o… Giorgio Gaber, un incontro con Giorgio Delrio, sulla base della canzone scritta da Gaber e Luporini. Il giorno successivo, medesimo luogo, ecco l’incontro di Massimo Bernardini con Ivano Fossati su Le donne di ora (che poi toccherà diverse città). Il titolo deriva dal brano sinora inedito di Gaber che Fossati produttore e la fondazione hanno inserito in un cd antologico di sedici brani. E Fossati ha argomentato la sua stima e la sua passione per il signor G., rimarcando come non ci sia un prima con alcuni brani e un poi con il celebrato teatro canzone.

«È stato un po’ come restaurare dei quadri anneriti del ‘500 per fare tornare lo splendore dei colori» questo è stato fatto con i brani che vanno dal 1958 sino proprio a Le donne di ora, l’inedito registrato da Giorgio a fine 2002 e sul quale Fossati ha lavorato per farlo apprezzare anche ai più giovani. Perché Ivano, che tiene un laboratorio all’università di Genova, ha scoperto che i ragazzi hanno una grande stima di Gaber ma una conoscenza relativa, soprattutto perché «si fanno imbrogliare dal suono» che nel corso degli anni è molto cambiato. Ma non potendo stravolgere, ha pensato a un suono alla Van Morrison «ruvido, generoso, potente, ma non pacchiano».

E Fossati aggiunge un’ulteriore notazione per rimarcare anche l’unicità della voce di Gaber, e la sua capacità interpretativa, con l’inserimento tra i brani del disco Te lo leggo negli occhi di Sergio Endrigo.

Mercoledì 28 marzo, sempre al teatro Grassi, Polli di allevamento lo spettacolo che Gaber aveva realizzato con Luporini quaranta anni fa, con arrangiamenti di Franco Battiato, viene riproposto da Giulio Casale. Infine giovedì 29 ecco Instant Theatre di Enrico Bertolino, Massimo Navone, Luca Bottura, Enrico Nocera che si propone come ponte ideale tra il Teatro-Canzone e la contemporaneità.