È quasi alla fine del comunicato del Mise sulla riunione di ieri mattina sul «sovranismo vaccinale» che arriva l’unica e preoccupante notizia. Se, infialamento a parte, i tempi di conversione e produzione si confermano minimo di 4-6 mesi, ecco la sorpresa: «È stato dato mandato dal ministro ai diversi rappresentanti competenti di procedere all’individuazione di contoterzisti in grado di produrre vaccini entro autunno del 2021».
Il termine «contoterzisti» è assai ambiguo. Se è conclamato che nessuno in Italia può produrre vaccini prima dell’autunno e Gks di Siena produrrà monoclonali e la Sanofi di Anagni attenderà di sfornare il proprio vaccino francese in ritardo, significa che i «contoterzisti» sono all’estero. E allora potrebbero aprirsi le porte agli «intermediari» con cui Zaia (collega leghista di Giorgetti) aveva preso accordi per farsi rivendere lotti di vaccini Astrazeneca invenduti? Oppure si guarda alla Russia e allo Sputnik tanto evocato da Salvini, magari utilizzando le conoscenze a Mosca dell’hotel Metropolitan? Dal Mise minimizzano. Ma i dubbi restano.
Per il resto la riunione ha visto l’esordio del nuovo commissario per l’emergenza pandemia generale Paolo Figliuolo e del sottosegretario alla presidenza Franco Gabrielli. Che ha la delega ai servizi segreti. Sarà per questo che «si è deciso di mantenere il massimo riserbo sulle aziende coinvolte nel processo di verifica in corso».
Oggi Giorgetti vedrà il commissario Ue a capo della task force vaccini Thierry Breton – in visita in Italia – a cui «ribadirà la volontà di partecipare al progetto europeo per il rafforzamento della produzione». Esponendo «la disponibilità di alcune aziende a produrre i bulk, ossia il principio attivo e gli altri componenti perché già dotate, o in grado di farlo a breve, dei necessari bioreattori e fermentatori». Ma anche Giorgetti riconosce: «la produzione potrà avvenire in un tempo stimato di 4/6 mesi». Nel frattempo spazio ai «contoterzisti».