«L’idea alla base dell’album era di raccogliere una selezione diversificata di canzoni che parlassero in modo significativo, trascendendoli, dei concetti di difficoltà, avversità, alienazione e/o resistenza. La speranza, ovviamente, è quella di fornire conforto, gioia e distrazione agli ascoltatori, ma anche di dare una prospettiva storica su altri “momenti difficili” verificatisi in passato». Così Nathan Salsburg, curatore dell’Alan Lomax Archive oltre che fine chitarrista folk sugli scudi nell’ultimo decennio sia per i dischi a suo nome che per collaborazioni di peso con Bonnie “Prince” Billy e James Elkington, si esprime in merito alla compilazione dell’ultima uscita discografica proveniente dagli archivi dell’illustre folklorista statunitense.

UN LAVORO che tanto nel titolo che nella stesura, gioca con arguzia ed intelligenza sulle difficoltà della contemporaneità a livello globale. Si tratta di venti brani in cui le narrazioni in prosa e in musica provenienti da diverse missioni di studio effettuate dall’americano negli Stati uniti, in Europa e nei Caraibi, sono centrali in modo equipollente: «Ci sono buone storie dietro la maggior parte delle incisioni, se non in tutte. Ma da una in particolare sono stato attratto. Il brano viene dal canto Tan, originato dai discendenti dei migranti provenienti dall’Asia orientale in Suriname, Guyana e Trinidad. È una variante locale della tradizione musicale classica indiana. Il testo di questa canzone intitolata “Tumri”, secondo il suo traduttore Peter Manuel, “è tratto da antologie di versi pubblicati in India”: è energico ed estremamente pertinente per il momento che stiamo vivendo». Il brano a cui fa riferimento Salsburg, proviene da una sessione del 1962 registrata nella città di Penal a Trinidad, ed è rintracciabile nel corpus delle pubblicazioni note con il nome di Caribbean Voyage. Di peso sono anche le incisioni provenienti dal periodo europeo di Lomax, che includono anche Doman L’è Festa di Arista Melandri e il suo coro, che il texano registrò assieme a Diego Carpitella nel 1954 nei pressi di Comacchio. Tra le sei tracce inedite, spiccano due veri e propri manifesti del mondo african american: Buzzard Lope, eseguita da una spettacolare Bessie Jones assieme ai Georgia Sea Singers nel 1965, e Goin Away, Won’t Be Long, dove brilla il talento dei bluesmen Sid Hemphill e Lucius Smith del North Mississippi.