Una consuetudine del festival Torinodanza è stata negli anni di direzione di Gigi Cristoforetti seguire il percorso di alcuni artisti e tendenze, basti per tutti il nome di Alain Platel e dei suoi Ballets C. de la B. L’edizione 2017, l’ultima di Cristoforetti, pronto ormai a affrontare la direzione generale di Aterballetto (prossima direttrice di Torinodanza Anna Cremonini), prosegue nella tradizione ospitando accanto a nomi nuovi più di un artista già passato dal festival per un totale di 24 spettacoli in cartellone di cui 9 tra prime nazionali e assolute. L’inaugurazione, il 12 settembre al Teatro Regio, con replica il 13, riporta in città a distanza di un anno Angelin Preljocaj, coreografo franco-albanese, al festival con uno dei suoi pezzi storici: quel Roméo et Juliette ambientato in un immaginario paese dell’Est sotto dittatura che nel 1996 colpì per intelligenza e originalità di rilettura.

Un pezzo che si lega alla volontà di ridare voce a quei titoli che hanno segnato le diverse correnti della danza contemporanea negli ultimi cinquant’anni. Stesso progetto anima la straordinaria ricreazione da parte degli inglesi Candoco di Set and Reset di Trisha Brown, il 19 settembre al Carignano con Face In di Yasmeen Godder a ridosso del debutto italiano al festival Oriente Occidente (vedi pezzo a destra). A Torinodanza gradito ritorno anche per Emio Greco e Pieter C. Scholten al festival in novembre con Two e Boléro, assolo magnetico con Greco del 2002 trasformato per i danzatori del Ballet de Marseille in un pezzo per nove interpreti. Programmato in collaborazione con La Francia in Scena, torna al festival anche Philippe Decouflé, visionario coreografo amante del multimedia, alle Fonderie Limone di Moncalieri dal 27 al 29 ottobre con Nouvelles Pièces Courtes, 90 minuti di giocolerie, coreografie acrobatiche, scherzi ottici, mix tra danza dal vivo e maxiproiezioni, visti in anteprima lo scorso giugno all’Espace Malreaux di Chambery.

Nouvelles Pièces Courtes è un pezzo strutturato su scene di piccolo formato. Personaggi marionetta con buffi copricapo, silhouette che appaiono dall’ombra, piani inclinati sui cui riflettersi, danzatori abbarbicati a un’asta, duetti bizzarri con gli interpreti che suonano dal vivo… In più di un’immagine fanno capolino citazioni di alcune trovate sceniche del maestro della fantasmagoria Alwin Nikolais (con cui Decouflé lavorò); il gioco più nuovo si sviluppa nella sezione Évolution, grazie al procedimento video Le Looping che raddoppia, triplica e quadrupla con curiosi scarti temporali quello che avviene in scena in immagini in proiezione.

Tra gli spettacoli da segnarsi in agenda il progetto Kalakuta Republik sull’attivista Fela Kuti di Serge Aimé Coulibaly con il Faso Danse Théâtre (6, 7 ottobre); il Gala per il premio della rivista Danza&Danza (16 settembre al Carignano); la duplice novità per Aterballetto (19 ottobre) con Wolf dell’israeliano Hofesh Shechter e la creazione di Cristiana Morganti, i debutti di Daniele Albanese e Annamaria Ajmone. Di Shechter torna in scena anche il travolgente Uprising, tutto al maschile, nel programma a più titoli della Gauthier Dance Company Theaterhaus Stuttgart che l’1 dicembre al Regio chiude il festival con pezzi culto come Minus 16 di Ohad Naharin. Programma completo su www.festivaltorinodanza.it