Ci sono affinità elettive, in musica, che esplodono nel momento in cui sembra sia maturato il passo giusto del confronto diretto. Che produce nuove emozioni e nuova bellezza, un terzo stato che non è la semplice sommatoria di due talenti appurati. Ginevra di Marco e Cristina Donà sono due grandi voci della scena italiana, due donne che sanno cosa sia il songwriting, due splendide presenze sul palco. In un tempo ormai lontano Ginevra era la voce femminile luminosa che giocava di sponda con l’inquieto salmodiare di Giovanni Lindo Ferretti nei magnifici Csi, poi nei PGR. Al tempo di In Quiete Cristina Donà la vide sul palco, restandone affascinata: perché Ginevra non ha bisogno di mossette e trucchi, è sul palco con la stessa schiena dritta che ha nella vita e nelle idee. Poi successe che Cristina, diventata una solida scrittrice di canzoni innamorata del rock, si trovò ad aprire con la sua voce e la chitarra a tracolla un concerto dei C.S.I., al tempo di Tabula rasa elettrificata, e stavolta la folgorazione la ebbe Ginevra.

DUE RAGAZZE forti e delicate assieme, che strinsero un’amicizia inossidabile fatta di piccoli gesti, di affetto vero, di cortesie reciproche, di empatia assoluta. Venticinque anni dopo, Ginevra e Cristina hanno provato a vedere cosa succedeva a dividersi un palco. Ha funzionato subito, come funzionano le cose semplici e vere, e da lì è nata l’idea di un disco assieme in cui far diventare bagaglio comune canzoni nate per esigenze individuali, e muovere qualche passo avventuroso, in due, in territori ancora da scoprire. Lanciata una campagna di crowdfunding, la risposta degli appassionati della musica vera, altro che le pillole liquide di Spotify, è stata massiccia. Il 28 giugno il disco è uscito, per Funambolo Records: i nomi delle due autrici in copertina, due emoticon che sorridono, la bocca rappresentata dalla lettera «D» che raddoppia anche l’iniziale di «donna», come a dire che qui sono all’opera donne vere, non le rappresentazioni da pubblicità. Subito Premio Speciale Mei, che sarà consegnato a Faenza, Teatro Masini, il prossimo ottobre. Il tema fondamentale s’è rivelato da solo, alla fine della scelta delle canzoni: il cammino. Che si rivela, con immediata evidenza, nelle iniziali Un passo alla volta e Camminare.

METAFORA forte che convoglia tutti i possibili significati, da quello del cammino individuale che ogni individuo deve scegliersi per ritrovarsi, maternità compresa, una scelta che accomuna le due autrici, al cammino delle tante persone che si lasciano alle spalle solo «un bucato in fiamme», per usare le parole di Erri De Luca, e si trovano davanti gli astiosi presidiatori di confini e privilegi. C’è anche un magnifico testo in tema, Confine, donato da Francesco Gazzé, il fratello di Max. Il tour è partito da Genova, al Lilith festival, con un set di pura magia che ha stregato i presenti: la presenza imperiosa di Ginevra, quella tutta nervi e vibrazioni di Cristina, le voci a cercarsi e trovarsi in voli d’armonici da brivido.
L’una, Ginevra, ci ha messo anche le spezie antiche delle radici folk, un territorio sconfinato che da anni ripropone con saggia libertà, l’altra la vibrazione sanguigna del rock che le appartiene: assieme, per così dire, una forza della natura. E della cultura. Il tour di Ginevra di Marco e Cristina Donà prosegue per tutta l’estate: ultima data prevista al ’Na Cosetta Festival di Roma il 23 agosto.