Torna a salire la percentuale di prime dosi, sul totale delle somministrazioni. Il che vuol dire che cresce di nuovo la domanda di vaccini. Ma, riferisce la Fondazione Gimbe nel report del monitoraggio relativo alla settimana tra il 28 luglio e il 3 agosto, «la campagna vaccinale, ormai dipendente dai vaccini a mRna, può contare su un numero di dosi insufficiente per mantenere il ritmo». Al punto, spiegano, che sarà difficile coprire con il ciclo completo il 60-65% della fascia d’età 12-19 anni prima dell’inizio dell’anno scolastico.

Comunque, la curva dei nuovi casi, che aveva subito un’impennata nelle scorse settimane, sembra ora ammorbidirsi: i nuovi positivi dell’ultima settimana sono 38.328, il 19,9% in più (ieri sono stati registrati 7230 nuovi casi), mentre i decessi sono aumentati dell’8,1% (ieri erano 27, nella settimana di riferimento 120). Il tasso di positività sale però al 3,4%, in aumento rispetto al 3% del giorno prima. Il presidente della Fondazione, Cartabellotta, però avverte: «I casi settimanali rimangono indubbiamente sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti».

E infatti sono aumentati i pazienti ricoverati con sintomi (+585, ossia +36,3%) e quelli in terapia intensiva (+69: +36,5%). Tanto più se, al 4 agosto, solo il 56% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, il 65,5% ha ricevuto la prima dose, e 2,7 milioni di over 60 non hanno completato il ciclo vaccinale; di questi l’11% non ha ricevuto neanche la prima dose. «Il numero di somministrazioni giornaliere non riesce a decollare – precisa Cartabellotta – sia per la limitata disponibilità di vaccini a mRna, sia perché non vengono più utilizzati quelli a vettore adenovirale per le prime dosi». Ma anche per il rifiuto di una parte della popolazione.

E così, mentre il numero dei casi aumenta in particolare in Veneto (ieri +888), Sicilia (+831), Lombardia (+793), Toscana (+765), Campania (+670), Emilia Romagna (+669) e Lazio (+544), il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) mette in rosso, nella mappa del continente colorata a seconda dell’incidenza, e dunque della sicurezza, oltre a Sicilia e Sardegna anche Toscana e Marche. Significa che in queste regioni sono stati individuati tra i 200 e i 400 casi ogni 100 mila abitanti. come la maggior parte di Grecia e Francia oltre a Danimarca, Portogallo e Malta. Rosso scuro (oltre i 500 casi) Spagna, Cipro, Corsica, Paesi Bassi, Irlanda in parte e Francia meridionale. In verde Germania, Austria, Polonia e i paesi dell’Est.