Le recenti elezioni amministrative francesi non hanno segnato soltanto l’affermazione del Front National guidato da Marine Le Pen. Lontano da Parigi, in un contesto politico e culturale molto diverso, è successo un piccolo miracolo. In Corsica è stato eletto sindaco di Bastia l’avvocato Gilles Simeoni, figura emergente dell’autonomismo isolano.

La netta differenza fra autonomisti e separatisti dovrebbe essere lapalissiana, ma vale la pena di sottolinearla, dato che molta stampa si ostina a usare i due termini come sinonimi.

L’affermazione di Gilles Simeoni (55,40%) è stata possibile grazie all’alleanza trasversale che la sua lista (Inseme per Bastia) aveva concluso con liberali, socialisti e una lista di sinistra dissidente dopo il primo turno. Una vittoria importante per due ragioni: anzitutto è la prima volta che un autonomista viene eletto primo cittadino di una grande città corsa; inoltre segna la fine del lungo potere della famiglia Zuccarelli, che dal 1912 a oggi ha governato la città portuale per 60 anni. Ma non era ancora sazia: il figlio del sindaco Émile Zuccarelli, Jean, che guidava una coalizione radical-comunista, è arrivato secondo con il 44,59%. Al primo turno aveva superato Simeoni di pochi voti.

Anche il vincitore vanta parenti autorevoli: è il figlio maggiore di Edmond Simeoni, figura quasi leggendaria dell’autonomismo corso. Nell’isola la politica è spesso un affare di famiglia, ma non bisogna fare di ogni erba un fascio. Edmond Simeoni è stato consigliere regionale, ma non ha mai ricoperto altre cariche istituzionali di rilievo. Oggi questo gastroenterologo in pensione preferisce impegnarsi nella società civile: cura un blog, dirige l’associazione Corsica Diaspora et Amis de la Corse, cerca di valorizzare il ruolo della donna in un’isola dove il maschilismo ha radici profonde. Inoltre si batte contro la cultura della violenza che negli ultimi anni ha espresso una vitalità rinnovata. Il fratello maggiore di Edmond, Max, è stato parlamentare europeo in tempi ormai lontani (1989-1994).

Al contrario gli Zuccarelli, militanti in partiti nazionali di sinistra, sono sempre stati fortemente legati al potere centrale/centralista parigino. Non a caso hanno ricoperto anche diverse cariche ministeriali.

La vittoria di Gilles Simeoni, 47 anni fra pochi giorni, conferma la veloce ascesa politica che l’avvocato autonomista ha realizzato negli ultimi anni. Alle elezioni politiche del 2010 ha ottenuto oltre il 31%, arrivando secondo dopo il gollista Sauveur Gandolfi-Scheit. Due anni dopo la lista Inseme per Bastia-Partitu di a Nazione Corsa(Pnc), guidata da Simeoni e da Jean-Christophe Angelini, ha raggiunto il 25,89% alle regionali.

Ma lasciamo parlare Gilles Simeoni, che abbiamo intervistato a Bastia nei giorni scorsi.

L’intesa conclusa dopo il primo turno era soltanto un’alleanza elettorale o continuerà anche dopo?

L’alleanza fra autonomisti, progressisti (Tatti e De Gentili) e liberali (Milani) è una novità assoluta per la Corsica. Abbiamo risposto a una domanda popolare molto forte, perché era necessario costruire un’alternativa al sistema conservatore e reazionario che governava la città da oltre mezzo secolo. Al tempo stesso era necessario dare voce a un orientamento trasversale che supera la vecchia distinzione destra/sinistra: da una parte i conservatori, di destra come di sinistra, storicamente contrari al progresso sociale e politico dell’isola, dall’altra i progressisti (i nazionalisti, certe forze di sinistra, altre di destra), capaci di unirsi attorno a una piattaforma programmatica. Noi faremo di tutto affinché questa alleanza delle forze progressiste si consolidi e si realizzi anche in altre città, perché siamo convinti che favorisca lo sviluppo e la riconciliazione.

Quali sono le sue priorità per Bastia?

Il nostro accordo elettorale prevede quattro punti. Anzitutto, democratizzare la vita della città. Vogliamo rompere con un sistema basato sul clientelismo, i favoritismi, la pessima gestione del danaro pubblico. Vogliamo che Bastia torni a essere la capitale economica dell’isola, sviluppando il turismo, il commercio e le imprese. Terzo punto: rafforzare i legami sociali fra i quartieri e le generazioni. Infine, aprire la città sul Mediterraneo utilizzando la lingua e la cultura corsa come strumenti di coesione e d’integrazione.

Siete interessati a sviluppare rapporti di collaborazione con la Toscana o comunque con l’Italia? Bastia, per esempio, è gemellata con Viareggio, mentre Portovecchio e Firenze sono legate da un patto d’amicizia…

Certo, questo è uno dei nostri obiettivi principali. Fino a oggi la cooperazione con la Toscana, e più in generale con l’area mediterranea, è rimasta soltanto una buona intenzione. Noi vogliamo svilupparla in tutti i suoi aspetti: culturale, economico e turistico.

Alle prossime elezioni europee François Alfonsi (parlamentare autonomista corso eletto nella lista dei Verdi, ndr) non si presenterà con i Verdi, ma con una lista autonomista. La cosa potrebbe compromettere la sua rielezione?

Credo proprio di no. Quello che compromette la rielezione di Alfonsi, che ha lavorato egregiamente su temi come le lingue minoritarie e la difesa dell’agricoltura, è un criterio di scrutinio iniquo, che include la Corsica nella regione PACA (Provenza-Alpi-Costa Azzurra). La Corsica, data la sua specificità, dovrebbe essere una circoscrizione a sé stante, e quindi avere un seggio garantito. All’Assemblea regionale ho proposto una mozione con questa finalità che è stata approvata e inoltrata al governo francese, ma la proposta non è stata accettata.

Nel 2012 l’Assemblea regionale ha approvato la coufficialità della lingua corsa. Perché Parigi non ha reagito?

L’Assemblea regionale, su proposta dei deputati nazionalisti e progressisti, ha approvato all’unanimità varie mozioni importanti: la coufficialità della lingua corsa, la richiesta dell’autonomia fiscale, la domanda che la specificità della Corsica venga riconosciuta dalla Costituzione. Ora deve occuparsi di un altro tema centrale: la proprietà fondiaria, che viene seriamente minacciata dalla speculazione immobiliare. Purtroppo, almeno per ora, il dialogo col potere centrale è a un punto morto, perché Parigi fa orecchi da mercante. Ma noi speriamo che cambi atteggiamento e che sia possibile arrivare a una soluzione: i prossimi mesi saranno decisivi.

Oggi uno dei principali obiettivi della Corsica è quello di ottenere un’autonomia garantita dalla Costituzione. Crede che questo sia possibile?

Il popolo corso è una comunità viva, aperta, accogliente, con le sue caratteristiche culturali, linguistiche, geografiche ed economiche. Il riconoscimento costituzionale e l’adozione di uno statuto d’autonomia sono temi che godono di un largo sostegno popolare e sono in piena sintonia con la costruzione europea. Vogliamo raggiungere questi obiettivi con metodi democratici. In questo modo, insieme alle forze vive dell’isola, costruiremo una società aperta, moderna, riconciliata, aperta sull’Europa e sul Mediterraneo.