Gilet gialli VII atto, scontri e arresti. Ma la protesta perde intensità

Settimo sabato consecutivo di protesta per i gilet gialli che ieri sono tornati in piazza a Parigi, Marsiglia, Lione, Nantes, Tolosa, Rouen, Amiens e Bordeaux con il solito corredo di scontri con la polizia e alcuni arresti. Ma le manifestazioni, in campo da un mese e mezzo, complici le festività natalizie, all’VII atto hanno perso di intensità.

A Parigi si sono registrati momenti di tensione. Dopo lo «struscio» sugli Champs-Elysees, la convocazione, segreta fino all’ultimo e poi svelata sui social network dal portavoce Eirc Drouet, è stata dirottata nel XV arrondissement davanti ai locali di Bfmtv (la tv all news contro cui i gilet gialli hanno gridato «Bfm fake news»), per poi continuare verso il quartier generale di France Televisions, nelle vicinanze. «Chiediamo media liberi, indipendenti e oggettivi», qualcuno ha gridato. L’idea di continuare il tour dei media verso l’Europa 1 o Radio France non ha però avuto seguito. Giovedì scorso i blocchi dei gilet avevano fermato i camion della distribuzione dei quotidiani del gruppo Ouest-France

A Rouen sabato di scontri violenti, soprattutto dopo l’incendio della porta della sede locale della Banca di Francia.

La pagina Facebook dei gilets jaunes di Tolosa ha chiamato i suoi sostenitori ad un «Act VII: Happy Holidays Macron». Per la prima volta nella città rosa hanno partecipato 2.500 persone al grido di «Macron dimissioni». Il capo dello stato, che affronta un nuovo caso Benalla (il procuratore di Parigi ha aperto un’inchiesta dopo le rivelazioni sui passaporti diplomatici dell’ex collaboratore dell’Eliseo), continua a cristallizzare il risentimento dei giubbotti gialli, alcuni dei quali, giovedì scorso, hanno cercato di entrare nel Fort Brégançon, la residenza estiva dei presidenti.