La più incredibile partita nella storia della coppa del mondo di rugby ha avuto luogo oggi pomeriggio a Brighton, nel Sussex. La più incredibile, la più sorprendente, la più emozionante.

Nel Brighton Community Stadium, un bell’impianto da 30 mila posti, ma una sede tutto sommato periferica per una manifestazione di questo livello, il Giappone ha sconfitto il Sudafrica 34-32. I due volte campioni del mondo, gli Springboks, una delle grandi potenze del rugby mondiale, sono stati messi sotto da una nazione che si colloca al tredicesimo posto del ranking internazionale, appena sopra l’Italia. Sono stati dominati mentalmente, fisicamente, perfino tecnicamente.

Mai ai mondiali era accaduto qualcosa di simile, e mai nessuno avrebbe immaginato di vedere un giorno il pubblico di uno stadio inglese schierarsi per intero a favore della nazionale giapponese, trascinandola alla vittoria.

Sono cose, queste, che nel rugby non accadono, non se tutte le cose vanno come dovrebbero andare. E soprattutto non accadono in una coppa del mondo.

[do action=”citazione”]Nel rugby il più forte, il più quotato, vince sempre.[/do]

E tanto più grandi sono le distanze tra le due squadre, tanto più è improbabile che il favorito perda. Dunque, quando i pronostici, e persino le matematiche certezze, sono smentite così incredibilmente, l’evento passa alla storia.

Il Giappone, o dell’intelligenza

Una massima tra le più abusate del mondo ovale recita che “i giapponesi sarebbero fortissimi se solo avessero dieci centimetri in più di altezza”. Non gli fanno certamente difetto, invece, la sportività, il carattere, l’intelligenza. In più hanno Eddie Jones: australiano di madre giapponese, nativo della Tasmania. Campione del mondo nel 2003 guidando la panchina dei Wallabies, campione del mondo nel 2007 da assistente tecnico degli Springboks. Fosforo allo stato puro.

Ha preso il Giappone e lo ha fatto giocare come mai aveva giocato. Ha insegnato ai suoi giocatori che nelle mischie contro i colossi tutto deve essere velocissimo, introduzione e tallonaggio; all’avversario non deve essere dato modo di imporre la superiore potenza. Ha spiegato come giocare le maul in attacco, quando si è nei 22 metri: si prende un rischio pazzesco ma il gioco vale la candela, si impegnano tutti i giocatori, si fa massa. Ieri, nella meta segnata da Leitch, ben 12 giapponesi erano lì a spingere e a soffocare gli otto sudafricani impegnati nel raggruppamento. Guai se la palla fosse finita in mano avversaria.

A Eddie Jones tireranno su un monumento, là in Giappone.

Ha dato alla squadra forza, intelligenza, fiducia. Perché solo una squadra dotata di un carattere e di una fiducia pazzesca può, a tempo ormai scaduto e con in mano la palla per pareggiare la partita , decidere di sfidare gli Springboks in mischia chiusa e cercare di vincere la partita anziché calciare tra i pali.

Lo hanno fatto, invece. Hanno vinto l’ultima mischia, spingendo indietro i sudafricani stravolti, terrorizzati, con le gambe ormai di burro, e sono andati a segnare con Karne Hesketh la meta della vittoria. A momenti veniva giù l’intero stadio di Brighton: una cosa bellissima.

https://youtu.be/sy2HcNH-MQI

In serata l’Italia è stata sconfitta dalla Francia col punteggio di 32 a 10. Si è giocato al Twickenham, dove 24 ore prima si erano affrontate Inghilterra e Figi. E’ stata la peggiore delle partite finora disputate. In campo non c’era una grande Francia, ma i galletti sono comunque riusciti a segnare due mete (Rabah Slimani e Nicolas Mas). Di Giovambattista Venditti la meta italiana, arrivata al 51’, quando i francesi erano già avanti di ventidue punti. Gli azzurri hanno perso Andrea Masi dopo una manciata di minuti (dentro Bacchin), sono andati in svantaggio quasi subito e hanno passato il resto del match a inseguire.

Poche le note positive per l’Italia. Se togliamo lo spirito combattivo, la buona volontà  e una touche affidabile, tutto il resto è mancato.

francia-italia coppa del mondo rugby 2015 foto pa

In mischia il predominio francese è stato netto: Castrogiovanni e Aguero hanno perso il duello con Slimani e Ben Arous. Nei raggruppamenti Picamoles, Dusautoir e Chouly hanno quasi sempre avuto la meglio. Una volta conquistata palla, gli azzurri hanno scelto per lo più di avanzare per linee dirette, senza mai aprire il gioco, trovando ogni volta una barriera invalicabile.

Ma più di tutto ha pesato l’indisciplina della squadra italiana: una infinita ed esasperante sequenza di falli che ha messo i francesi nelle condizioni di segnare punti su punti nei calci di punizione: sette piazzati solo nel primo tempo.

Prossima avversaria, il Canada, tra una settimana a Leeds. Oggi si giocano Galles-Uruguay e Nuova Zelanda-Argentina.