Gianluca Peciola, capogruppo di Sel in Campidoglio, se Marino ci ripensa e revoca le dimissioni, voi cosa farete?
Convochiamo i nostri organismi e apriamo una consultazione a tutti i livelli, ma per me il punto è vedere quale Marino riscende in campo.

Marino 1 o Marino 2?
Sì, se quello iper renziano che parla di privatizzazioni e che a luglio si è fatto commissariare dal premier/segretario, o quello con cui abbiamo stretto un’alleanza per produrre una discontinuità forte con il passato e per far ripartire davvero Roma. Noi abbiamo un’unica bussola politica: il programma con il quale i cittadini ci hanno dato il mandato. Attenzione alle periferie, rafforzamento dei servizi sociali e delle politiche abitative, lotta all’austerità, diritti, questione ambientale e lavoro, cominciando col ridare dignità ai dipendenti comunali: su questi punti il sindaco deve dimostrare di voler davvero cambiare passo. Ma soprattutto deve trovare la capacità di riattivare la partecipazione popolare, deve rientrare in sintonia con la città.

Secondo lei, quali margini ci sono per ricostruire una maggioranza in Campidoglio?
Se torna in Aula con un discorso di sinistra, facendo chiarezza sulla questione degli scontrini e riproponendo un programma fedele a quello per il quale è stato eletto, è difficile anche per il Pd negargli la fiducia. Personalmente sarei comunque per ridargliela.

Il Pd romano è diviso ma i cordoni della borsa li tiene Renzi, come potrebbe mai ricostruire una maggioranza proprio su un programma di sinistra?
Infatti il problema è che a decidere non è il Pd ma Renzi, il quale ha già deciso da tempo di fare campagna elettorale sul Giubileo. È pronto a finanziare il successo dell’Anno santo per poi attribuirlo a uno dei suoi che metterà a gestire la transizione: il dream team è il suo spot. E Marino sta rompendo questo giocattolo.

Un motivo valido per appoggiare il sindaco.
In effetti lo sarebbe. Però non siamo stati eletti per esercitarci nel politicismo ma per migliorare la città. Anche se in gioco qui c’è una questione di democrazia: Marino è caduto su uno scandalo mediatico, non su una colpa vera, e questo rappresenta una eccezionalità, uno sconvolgimento dell’impianto costituzionale.

Nichi Vendola, il vostro presidente, dice invece che «l’esperienza di Marino è fallita» e che un vostro appoggio è «un’eventualità abbastanza remota». C’è una spaccatura in Sel?
C’è una discussione in corso. Anche se il ritorno al programma iniziale e la rottura con le politiche renziane sposate da Marino a luglio sono i due punti su cui l’assemblea provinciale di Sel ha trovato convergenza. Certamente però c’è chi vorrebbe tornare al voto.

Per fare cosa?
I sondaggi parlano chiaro: 5 Stelle e neo fascisti si prenderanno Roma. Per contrastare chi parla il linguaggio delle forche e della xenofobia, bisogna lavorare sull’avanzamento dei diritti e proporre un’idea di città bella, aperta ed accogliente.

Ricostruire il centrosinistra? Con il Pd?
Dobbiamo parlare con tutti quelli che vogliono impedire che Roma cada nelle mani di populismi e fascismi. Poi Renzi deciderà da che parte stare.