Sono quasi 10 mila le vittime di omicidi in Giamaica tra il 2010 e il 2017. L’anno passato 1617 casi. Effetto non solo di rapine e guerre tra bande, ma piuttosto di una furia cieca che uccide sovente per futili motivi. D’altro canto nel corso degli ultimi due anni furti, rapine a mano armata e stupri hanno avuto un tracollo del 20% circa. E le guerre tra gang da cine-brivido sono ormai acqua passata, dopo le pulizie etniche che One Order e Klansman si sono spartite per decenni, contendendosi il monopolio dell’estorsione a Spanish Town, Spain per i locali.

DOPO L’ARRESTO dei membri storici, oggi le bande classiche si ritrovano frantumate e senza un leader fisso. È storia vecchia perfino Dudus Coke, il mitico boss della cocaina, leader della gang Shower Posse che imperava a Tivoli Gardens, rasa al suolo dai mortai dell’esercito durante la rivolta del suo feudo per proteggerlo, nel maggio 2010. Ora è chiuso a doppia mandata nelle galere Usa.

Eppure durante le prime tre settimane del gennaio 2018, 135 persone hanno perso la vita, molte per causa di litigi su piccole somme o altre banalità. Secondo statistiche del quotidiano Jamaica Observer, Montego Bay, dove atterrano circa due milioni di turisti l’anno, è diventata la città più violenta non solo dell’isola, ma del pianeta intero, con 255 omicidi su una popolazione di 111 mila. Un primato di cui la Giamaica avrebbe fatto volentieri a meno.

Il governo ha dichiarato a fine 2017 lo stato d’emergenza nella provincia di St James, di cui Montego Bay è capitale. L’ambasciata Usa ha messo online un avviso precauzionale per gli statunitensi in partenza per i Caraibi.

E LA POLIZIA CHE FA? A livello ferocia anche troppo. Dal 2000 al 2014 sono stati uccisi dalle forze speciali 3018 giamaicani. Cifre stilate da Indecom, la Commissione indipendente d’inchiesta sui police killings nata a fine 2010 dopo il massacro di Tivoli. Solo tra 2010 e 2013 si è toccato il picco di quasi 1000 vittime. Sono stime per difetto, considerando che Indecom non c’era prima a monitorare la casistica.

Oltre un terzo delle persone uccise risultano estranee ai fatti, coinvolte per scambi di persona o vittime collaterale di conflitti a fuoco.

A tal riguardo la Jamaica Constabulary Force (Jcf) non si è fatta mancare niente: anziani di 75 e 80 anni, madri sulla via di casa dopo il lavoro, scolarette di 12 e 13 anni (Nicketa Cameron e Vanessa Kirkland) tra le vittime dei rastrellamenti del marzo 2012 nei ghetti di Denham Town e Cassava Piece, 35 in totale. Un dato superato dai 40 dell’ottobre 2013. Kay-Ann Lamond, incinta al 7° mese, è stata freddata in un parcheggio per aver risposto male a un poliziotto.

L’OMICIDIO DI QUINCY FRATER, ucciso alla fine dello scorso gennaio da un agente delle Forze speciali a Ocho Rios, è un campione eloquente di tale scenario. Incensurato, guardia giurata in una struttura turistica, secondo la versione della polizia, durante un’operazione di pattuglia avrebbe estratto un revolver rimanendo ucciso dalla reazione degli agenti nella cucina della sua abitazione. Versione smentita da vicinato e familiari: la pistola sarebbe stata “piazzata” dalla stessa pattuglia a casa dell’uomo. L’ufficiale Indecom presente sul posto ammette la possibilità di una manipolazione da parte della polizia, che ha occupato indisturbata la scena del crimine per 6 ore.

SECONDO LA COMPAGNA di Quincy, unico testimone oculare presente, gli agenti bussarono alle 5 del mattino, irrompendo dal retro senza un mandato, e brandendo in faccia al suo uomo l’arma d’ordinanza. Quincy protestò: «Metti via la pistola, perché me la punti addosso?». Uno dei poliziotti sparò quasi a bruciapelo, centrando il bersaglio all’altezza della milza. L’uomo cadde, subendo altri due colpi una volta a terra. La polizia impedì alla famiglia di chiamare un’ambulanza, iniziando una perquisizione infruttuosa. Alla fine, caricò il corpo sulla jeep, arrivando all’ospedale verso le 6 del mattino, dove il medico di guardia constatò la morte sopravvenuta nel tragitto.

 

Police Crime scene
La polizia scientifica davanti all’abitazione in cui è stato ucciso Quincy Frater (foto di Flavio Bacchetta)

 

La donna insiste: Quincy era disarmato. I familiari accorsi dopo gli spari dichiarano di aver seguito la jeep durante il viaggio, lasciando solo in casa uno dei poliziotti. Il sangue sul pavimento il giorno dopo non c’era più. Lavato via per iniziativa della famiglia, secondo Indecom. Alla public defender Arlene Harrison Henry, la massima autorità che i cittadini possono invocare in caso di abusi giudiziari, i famigliari raccontano invece che fu invece Indecom a far pulire gli ambienti.

Al quartier generale della commissione, a Kingston, gli investigatori confermano che la pistola rinvenuta sul luogo in cui è stato ucciso Quincy è tuttora nel laboratorio della Scientifica; non l’hanno ancora potuta esaminare. Il poliziotto ha riavuto la sua arma il giorno successivo. Nessun comunicato è stato rilasciato dopo oltre un mese. Prima la procedura era differente: armi e passaporti confiscati agli agenti sotto inchiesta e gli elementi probatori ritrovati sulla scena del delitto, condivisi tra scientifica e commissione.

L’ONDATA GIUSTIZIALISTA che opinione pubblica e media hanno scatenato dopo il record di omicidi dello scorso anno, ha depotenziato Indecom. Complice l’attuale governo guidato dal Jamaica labour party (Jlp), che non ha mai accettato la Commissione, voluta dopo i fatti di Tivoli dal partito rivale, il People’s national party ( Pnp), allora in carica. La minaccia che la poltrona di capo della polizia potesse andare al loro idolo, Reneto Adams, leader delle squadre della morte che uccisero a freddo 34 persone nel 2001, è caduta nei giorni scorsi, dopo l’annuncio che il generale Anthony Anderson, ex capo di Stato maggiore della Difesa, sarà designato al suo posto. Tutti sperano che quest’ultimo, provenendo dall’esercito, possa metter fine alle tare secolari della polizia locale: alto tasso di corruzione, scarsa professionalità e mancanza di tecnologia adeguata sulla scena del crimine.

IN GIAMAICA si continua a guardare il dito, invece della luna: sono queste le cause principali della recrudescenza degli omicidi, oltre alla frammentazione delle gang, e l’irascibilità della gente. Ignorare abusi e crimini giudiziari, serve solo a gettare benzina sul fuoco di una tensione che nelle comunità più disagiate è già insostenibile.