La copertina di DNA, nuovo disco uscito oggi del trapper Ghali, riassume alla perfezione il tormento e l’estasi di un’artista che arriva alla prova del nove, dopo i trionfi degli anni passati, da Cara Italia a I Love You. Il volto del cantante che, su uno sfondo di tuoni e tempesta, si stacca dalla testa per svelare un panorama colorato e sognante ha un significato preciso «Ho voluto “vedermi uscire” dal mio corpo. Se si osserva bene, i miei sono gli occhi di un sognatore e il mio sguardo di speranza. Ci sono elementi fantasy, la voglia di credere in qualcosa che non si sa se esiste. Lo show di Sanremo – dove mi esibivo con una maschera – si collega alla copertina ma è casuale, come il fatto che il disco esca sotto Carnevale».

PER GHALI DNA è una sorta di traguardo nella sua carriera di artista, dopo un periodo difficile e di separazioni artistiche, come quella con il suo storico producer Charlie Charles CNon è stata una rottura violenta. Ci siamo divisi senza un motivo particolare e forse doveva un po’ succedere. Quando non si ha niente si combatte per la stessa causa ma quando raggiungi i tuoi obiettivi cambiano anche le ambizioni. Ognuno insomma ha preso la propria strada. Ho definito l’anno passato come una caduta – sempre quella rappresentata a Sanremo – perché è la sensazione che ho avuto. Da eccessivamente pignolo e severo con me stesso, vedo i piccoli errori come grandi passi falsi. E dopo la fine del tour nei palazzetti ho sentito che un cerchio si chiudeva. Mi sono sentito sperduto e avevo bisogno di vivere un po’ per cambiare un po’ aria»

E I VIAGGI hanno portato il trapper dal Brasile agli Stati uniti, per cercare nuovi stimoli musicali «Per la prima volta ho usato tecniche e melodie diverse. A Rio sono abituati a certe melodie. Sono attenti principalmente al ritmo, c’è poco interesse per il testo. Ad Atlanta invece si sono stupiti del mio timbro, che è molto identificativo. La mia voce ha un qualcosa di mediterraneo, di nordafricano e questa “contrastava” molto» A proposito di Africa, il disco contiene due featuring con due artisti nordafricani «Soolking è grande artista francofono e ci ispiriamo a vicenda. Il suo produttore mi ha confessato che hanno iniziato a fare musica da quando è uscito il mio brano Ninna Nanna. Dopo quel pezzo tanti arabi mi chiedevano di collaborare con Soolking. Così abbiamo passato del tempo in studio assieme ed è uscito qualcosa di buono. Mr Eazi invece invece è un grande artista nigeriano afro-trap. Ci siamo scritti a lungo su Instagram e poi l’ho chiamato qui in studio. Lo ringrazio perché mi ha aiutato a tirare fuori quella vena afro che ho e che magari stando in Italia faccio fatica a tirare fuori»