Chi è passato per la stazione Keleti (Orientale) nella giornata di ieri racconta di aver visto code di migranti lunghe diverse centinaia di metri di fronte alle biglietterie internazionali. L’edizione online del quotidiano di opposizione Népszabadság ha descritto la calca creatasi all’interno dei treni diretti a Monaco. Una situazione di caos, riferisce il giornale dell’opposizione, determinatasi quando, ieri mattina, i migranti diretti a Ovest e provvisti di documenti e biglietti validi, hanno ottenuto il permesso di partire.

La notizia della rimozione delle transenne in prossimità delle banchine si è diffusa in un attimo tra i rifugiati presenti nella stazione e nelle zone di transito (quasi 2 mila secondo l’organizzazione civile Migrants Aid), molti dei quali hanno affollato gli spazi situati di fronte alle biglietterie per poter partire. Sabato sera alcune centinaia di migranti accampati nei sottopassaggi della stazione Keleti avevano dato luogo ad una manifestazione di protesta per partire. «Germany yes, Hungary no» scandivano ad alta voce. La Germania è infatti tra le mete più ambite dai migranti che percorrendo la rotta balcanica giungono in Ungheria provenienti per lo più da Afghanistan, Siria, Iraq e Pakistan. C’è chi ha un familiare a Monaco o in altre città tedesche, e tutti vogliono prendere le distanze dai loro paesi di provenienza per rifarsi una vita lontano da guerre, persecuzioni e miseria.

I treni che sono partiti con a bordo i migranti fanno pensare che qualcosa abbia iniziato a muoversi a Keleti. Secondo le informazioni diffuse da organi di stampa ungheresi e non, un convoglio sarebbe rimasto fermo al confine con l’Austria per lunghe ore che hanno visto la polizia di frontiera austriaca impegnata in un accurato controllo del treno e dei documenti dei passeggeri. Le autorità di confine volevano sapere, tra le altre cose, se vi fossero migranti che avevano già fatto domanda di asilo in Ungheria; questi ultimi, se presenti, avrebbero dovuto far ritorno nel paese confinante. Stando a quanto si è potuto sapere questo treno ha poi potuto riprendere il viaggio mentre un altro sarebbe rimasto bloccato alla frontiera.

Le autorità austriache parlano di treni stracolmi di gente che ha avuto modo di lasciare la stazione orientale di Budapest dove si sono sistemate numerose famiglie di migranti che dormono in tende, sopra lenzuoli e asciugamani e si lavano a un rubinetto di fortuna al quale bisogna fare la fila. Una fila lunga a maggior ragione col caldo di questi giorni. Gli abitanti della città che si servono del sottopassaggio si guardano attorno colpiti da questo nuovo scenario, alcuni offrono agli “accampati” acqua e biscotti per i bambini, alcuni dicono di sostenere la richiesta di partire fatta dai migranti. È però anche facile sentire gente esprimere inquietudine per la massiccia presenza di queste persone. Così c’è chi dice che la popolazione di Budapest aveva già il suo da fare con senzatetto e zingari “impegnati” a minacciare l’igiene e la sicurezza pubblica della città, e che questa nuova presenza inquietante proprio non ci voleva in quanto costituisce un ulteriore fattore di destabilizzazione degli equilibri cittadini.

Intanto le autorità ungheresi sostengono di fare del loro meglio per «proteggere l’Europa dal flusso incontrollato di migranti» e che lo Stato danubiano è in prima linea nella gestione di quella che è ormai un’emergenza vera e propria. In un comunicato stampa diffuso ieri pomeriggio il governo di Viktor Orbán aggiunge che le recenti dichiarazioni tedesche sulla necessità di adottare un atteggiamento flessibile nei confronti dei migranti illegali provenienti dalla Siria ha creato confusione e false aspettative tra questi ultimi. Budapest chiede quindi un chiarimento alle autorità di Berlino.

Tornando alle stazioni piene e ai convogli stipati di gente, le autorità germaniche hanno smentito l’esistenza di treni speciali destinati a trasportare migranti dall’Ungheria alla Germania.