L’Accademia delle scienze (Leopoldina) chiede il «lockdown duro» da Natale al 10 gennaio più la chiusura delle scuole fra 6 giorni, la Baviera si avvia allo «stato di catastrofe» con pieni poteri al governo, mentre i posti letto liberi nelle terapie intensive ieri sono scesi sotto quota 5 mila. Tre sintomi inequivocabili dietro al monito della cancelliera Angela Merkel («con la sola speranza non si va avanti») sempre più orientata a inasprire le attuali misure anticontagio.
Nei prossimi giorni è previsto il video-summit con i 16 governatori per decidere le regole soprattutto per la notte di Capodanno, ma i singoli Land, in piena autonomia, hanno già preparato le contromisure. Spicca Michael Kretschmer, premier Cdu della Sassonia, pronto a chiudere scuole e negozi a partire da lunedì prossimo dato che «in alcune zone non c’è più posto in ospedale», ma anche la presidente della Renania-Palatinato, Malu Dreyer (Spd), che limiterà i festeggiamenti ai parenti stretti e vieterà i fuochi di artificio il 31 dicembre, quanto il Consiglio dei ministri del Saarland deciso a vietare il consumo di alcolici per strada proibendo gli assembramenti con più di 10 persone, come del resto prevede anche la Sassonia-Anhalt.
Massimo 5 persone a casa nelle aree con contagio superiore a 200 infezioni negli ultimi 7 giorni, invece, in Turingia, conferma la ministra della Salute, Heike Werner (Linke), che però aspetterà l’esito del vertice con i sindaci la prossima settimana per la luce verde definitiva, mentre a Berlino è diventata virale la battuta pro-lockdown del governatore Spd Michael Müller: «Non c’è bisogno di comprare un pullover a fine dicembre».
A Brema, in parallelo, vige a tutti gli effetti il nuovo divieto di manifestare per i «no-mask» del movimento «Querdenken» dopo che la Corte costituzionale di Karlsruhe ha approvato il giro di vite della città anseatica. Analoghe misure sono state varate ad Amburgo, Mecleburgo-Pomerania e Schleswig-Holstein. Si aggiungono al definitivo avvertimento di ieri di Christian Drosten, virologo del policlinico universitario Charité di Berlino: «Dobbiamo assolutamente agire adesso se vogliamo davvero evitare il blocco totale da fine gennaio a fine febbraio che causerebbe danni immensi all’economia».