Progettavano l’assalto armato del Parlamento con l’obiettivo di sostituire la Bundesrepublik guidata dal cancelliere Scholz con un Reich guidato dal principe Heinrich XIII Reuss di Francoforte.

Farebbe ridere, se non fosse che la fantasia del putsch era il piano operativo reale degli otto estremisti neri collegati alla galassia dei “Cittadini del Reich” arrestati ieri dalla polizia e di altri 25 indagati su cui pendono le medesime pesantissime accuse della procura federale: eversione dell’ordine costituzionale e attacco alla democrazia. Oltre al 71enne discendente dell’omonima casata originaria della Turingia (diventato un faro dell’ultra destra dopo le dichiarazioni antisemite contro «i massoni della famiglia Rothschild») sono finiti in manette un ex membro dei reparti speciali dell’esercito e altri riservisti della Bundeswehr.

PER LA LORO CATTURA è stato necessario mobilitare più di 3.000 agenti in 11 diversi Land e due città estere: Vienna e Perugia dove è stato fermato un ex sottufficiale residente in un albergo trovato in possesso di materiale connesso al tentativo di golpe. In totale sono 130 gli ambienti perquisiti ieri dalla polizia federale, compreso il comando generale delle forze speciali e le armerie di numerose caserme. Fra gli indagati a piede libero emerge l’inquietante presenza di Birgit Malsack-Winkemann, deputata di Alternative für Deutschland fino al 2021; coinvolta nel piano eversivo poiché, banalmente, in possesso del badge per entrare al Bundestag. Attualmente lavora come magistrato a Berlino, come confermano al ministero della Giustizia.

Sarebbe stata lei il “cavallo di troia” della cellula che in parallelo aveva in mente di arruolare, cercando nella rete dell’ultra-destra, almeno 50 uomini e donne disposti ad assaltare l’edificio del Reichstag, sede del Bundestag.

Tutti con la matrice legata a doppio filo al movimento dei Reichsbürger che non ha mai riconosciuto la Repubblica nata dopo la Seconda guerra mondiale e pretende di tornare alla condizione statuaria precedente a Weimar. Non sono più i quattro gatti attivi all’inizio dell’era Merkel né i 10mila registrati nel 2016, bensì, ormai, oltre ventimila irriducibili concentrati principalmente nei Land della ex Ddr e fra la Baviera e la Svevia. Più di un migliaio è stato classificato come pericoloso dal controspionaggio federale.

NEGLI ULTIMI DIECI ANNI il loro numero è raddoppiato con il vero e proprio boom durante l’emergenza-pandemia. Non è un caso se più di un componente della banda arrestata ieri aveva stretti contatti con l’ala integralista dei Novax distintasi lo scorso aprile per il clamoroso piano di rapire il ministro della Sanità, Karl Lauterbach.

«I Reichsbürger sono sempre più pronti a imbracciare le armi da fuoco. Per questo bisogna intervenire adesso» avverte il procuratore generale Peter Frank da Karlsruhe, mentre spegne prima ancora di nascere la “pista di Mosca” alimentata dalla notizia battuta dalla Tass del coinvolgimento nel tentato putsch di un cittadino russo. «Gli eversori hanno cercato contatti con la Russia ma non hanno ricevuto alcuna risposta» confermano prima i magistrati tedeschi e poi l’Ambasciata russa a Berlino che invita a «cercare i responsabili in Germania».
Corrisponde a ciò che ha promesso la ministra dell’Interno, Nancy Faeser sottolineando la gravità della minaccia disinnescata giusto in tempo. «Eravamo sul precipizio di una minaccia terroristica. L’organizzazione scoperta era guidata da violente fantasie di sovversione e si rifaceva all’ideologia cospirativa». Secondo il ministro della Giustizia, Marco Buschmann, il golpe sventato prova invece che «la democrazia tedesca è solida».

IN OGNI CASO, nessuno a Berlino si azzarda a ridurre a carnevalata il tentativo di colpo di stato dei “Cittadini del Reich”, troppo spesso bollati come gruppo di nostalgici isolati nella società. I link certificati con i militanti “Q-non” e i negazionisti del “Querdenken” (Pensiero laterale) restituiscono il loro ruolo centrale nella galassia nera che non da ieri è la nebulosa dell’eversione. Appena un anno fa la ministra Fraeser nel suo discorso di insediamento la definì come «il più grande pericolo per la Germania».