Stop ad AstraZeneca in tutta la Germania per gli under 60. Dopo la sospensione dei Land di Berlino, Brandeburgo, Nordreno-Vestfalia e del Comune di Monaco, il governo federale estende il divieto di somministrazione per la fascia a rischio all’intero territorio nazionale. Introducendo la nuova clausola per l’inoculazione sugli over 60: a partire da oggi sarà «a discrezione del medico, con analisi del rischio individuale e dopo un’attenta spiegazione». Chi è in attesa di ricevere la seconda dose del farmaco, invece, potrà scegliere se continuare con AstraZeneca.

La decisione è stata comunicata ieri alle 21.40 da Angela Merkel e dal ministro della Sanità Jens Spahn in conferenza stampa. Dopo la riunione con i ministri regionali e seguendo alla lettera la raccomandazione della Commissione permanente sulle vaccinazioni (Stiko) secondo cui il limite all’utilizzo di Astrazeneca è necessario «in base ai dati attuali sugli eventi avversi tromboembolici che sono rari ma molto gravi». La cancelliera ha anche detto ai microfoni che si vaccinerà anche con AstraZeneca.

Sono gli effetti collaterali riportati nello studio pre-trial pubblicato dall’Istituto Paul Ehrlich (l’ente regolatore dei vaccini) che ieri ha diffuso i numeri-chiave su AstraZeneca: sul totale di 2,7 milioni di dosi somministrate in Germania sono conclamati 31 casi di trombosi in 29 donne tra i 20 e i 63 anni e in due uomini di 36 e 57 anni. La patologia è risultata letale in nove casi.

Rispetto ai dati forniti dall’Ema l’incidenza è decuplicata: la probabilità di trombosi nella Repubblica federale risulta pari a 1 ogni 100 mila casi. Gli ultimi due, registrati in Nordreno-Vestfalia, hanno fatto scattare il freno di emergenza: i direttori di cinque ospedali locali si sono rivolti direttamente a Spahn per chiedere lo stop ad AstraZeneca per la fascia a rischio.

Molla che ha attivato la sospensione della somministrazione alle donne under 55 nella clinica berlinese della Charité. «Non abbiamo avuto complicazioni, ma le trombosi cerebrali dei seni venosi registrate altrove ci hanno indotto alla precauzione in attesa delle valutazioni finali» spiegano all’ospedale universitario.

Da qui lo stop del governo di Berlino «dopo la segnalazione dei nuovi effetti collaterali», come ha riassunto Dilek Kalayci, ministra della Sanità del Land, e poi del Comune di Monaco «fino a quando non saranno chiarite a fondo le possibili complicazioni». Ma nelle stesse ore in Germania rimbalzava anche l’identica decisione di sospendere AstraZeneca per la fascia a rischio ufficializzata dal Canada.

Finora l’unico provvedimento cautelativo sul vaccino in Germania, dopo la ripartenza dal primo stop totale deciso dal ministro Spahn, si era limitato all’avvertimento scritto dei nuovi effetti collaterali imposto dalla Stiko.

In ogni caso AstraZeneca, da cinque giorni, ha formalmente e per la prima volta un vero nome: mercoledì scorso su richiesta del produttore l’Ema ha approvato la denominazione “Vaxzevria” e il bugiardino aggiornato ai casi di trombosi.

Al di là del nome, comunque, prima della riunione di Spahn, la Turingia aveva fatto sapere di non volere seguire la linea di Berlino e Monaco. L’ennesimo sintomo degli effetti collaterali del federalismo, sempre più avvitato e incapace di varare provvedimenti omogenei. Lo prova la chiusura dei centri-vaccinazione per le feste pasquali decisa a macchia di leopardo. Grazie a cui a pasquetta il piano-vaccinazioni procederà solo in 8 Stati su 16.