Dal «ce la facciamo» di dieci giorni fa al «dobbiamo prepararci al possibile contagio del 60-70% della popolazione» di ieri. Perfino la cancelliera Angela Merkel vacilla non poco di fronte all’emergenza Coronavirus che nel suo Paese è solamente all’inizio. La sua unica certezza è che la Germania «non si ferma». Anche se il morbo è ormai incistato in tutti i Land e «durerà mesi, forse diversi anni, dato che il vaccino non potrà essere scoperto prima del 2021» come annunciato ieri da Lothar Wieler, direttore del Robert Koch Institute (Kai), primo responsabile della lotta alla diffusione del virus.

NON È SOLO UNA PRECISA scelta politico-economica, piuttosto la traduzione del federalismo sanitario della Bundesrepublik: 16 governatori indipendenti, pronti a declinare le misure per contenere l’epidemia ciascuno a modo proprio. A partire dal borgomastro Spd di Berlino refrattario al consiglio di vietare gli eventi pubblici con più di 1.000 persone suggerito dal ministro della Sanità, Jens Spahn (Cdu), ovvero a fermare business&movida che garantiscono il flusso di milioni di euro nelle casse della super-indebitata capitale. Dove risultano chiuse giusto le tre scuole infettate, l’attrazione turistica della cupola trasparente del Reichstag e pochi altri hot-spot per il Coronavirus. Mentre la fondamentale decisione se giocare a porte chiuse il top-match fra Union-Berlino e Bayern Monaco viene affidata all’assessore alla sanità del quartiere di Köpenick, sede dello stadio.

EPPURE IL BOLLETTINO quotidiano del Kai scandisce numeri inequivocabili e in costante crescita. Fa notizia il terzo morto ufficiale per Coronavirus nel focolaio del Nordreno-Vestfalia e ancora più il numero totale dei contagiati che ha superato quota 1.800. Senza risparmiare alcun settore, compreso il Bundestag: il deputato Karl Lauterbach (responsabile sanità Spd) è in quarantena per avere avuto contatti con un collaboratore del ministero della giustizia risultato positivo.

Al contempo la Bundesliga segnala il contagio del 23 enne Timo Hubners, difensore dell’«Hannover 96», il primo calciatore professionista infettato, facendo tuttavia sapere che domenica prossima la squadra scenderà comunque in campo contro la Dinamo di Dresda, con o senza spettatori.

SUL FRONTE ECONOMICO invece l’ultimo report di Lufthansa comunica 23 mila voli cancellati da oggi fino al 24 aprile e il 76% degli albergatori e ristoratori si lamenta con il governo Merkel del buco negli incassi provocato dall’annullamento delle prenotazioni non solo dall’Italia. Forse alle imprese, per adesso, basterà il miliardo di euro stanziato d’urgenza lunedì dal governo Merkel. Di sicuro però al sistema sanitario nazionale non saranno sufficienti gli attuali 28 mila posti letto nei reparti di terapia intensiva, se davvero la curva del contagio seguirà l’andamento italiano come ripete da una settimana il direttore del Kai.

Per questo «ora si tratta di vincere la corsa contro il tempo, ed è importante che in Germania tutti i livelli di governo collaborino. Ma serve anche la solidarietà dei cittadini dato che il virus è tra noi e al momento non ci sono vaccini» ha precisato ieri a Berlino la cancelliera in conferenza stampa accanto al ministro Spahn e a Wieler, prima di ringraziare i medici impegnati «molto duramente» negli ospedali.

Tuttavia, il contagio in Germania è ufficialmente fuori controllo. Gli equivalenti tedesco di Codogno e Vo’ Euganeo non sono mai stati isolati e fino ieri i tedeschi hanno ballato a feste come il Carnevale, che solo in Renania ha decuplicato il Coronavirus.