Lavoro per tutti entro il 2025, 15 miliardi di euro in meno di tasse per le famiglie e un maxi piano-casa contro il caro-alloggi. Oltre naturalmente a «più sicurezza». Sono i primi punti del programma elettorale della cancelliera Angela Merkel presentato ieri a Berlino con il leader Csu Horst Seehofer, partner dell’Union democristiana. Insieme, domenica notte hanno chiuso l’accordo per le elezioni del 24 settembre trovando la convergenza riassunta in ben 72 pagine.

Dove emerge, tuttavia, l’insanabile distanza tra Merkel e i bavaresi sulla gestione dell’emergenza-migranti. Anche il “problema” ora sembra non risultare più tra le priorità di entrambi.

«La piena occupazione è la chiave di ciò che ci serve, che è: investimento nel futuro, supporto per le famiglie e un vero sistema di sicurezza sociale» precisa la cancelliera. Per lei, come per il governatore Seehofer, gli interventi più urgenti sono ridurre il tasso di disoccupazione dall’attuale 5,4% a meno del 3, e concedere una pioggia di sgravi fiscali ai cittadini.

Tre mesi prima del voto federale la massima attenzione di Mutti torna ai 2,4 milioni di tedeschi senza lavoro e soprattutto alla famiglia tedesca, con la promessa della revisione del credito d’imposta per i genitori ma anche con l’aliquota del 42% per i single con reddito dai 60mila euro in su (oggi a quota 52 mila).
Ma nel programma elettorale di Merkel spunta anche la fine della tassa di solidarietà per l’«annessione» dei Land ex Ddr, che dovrebbe estinguersi entro tre anni, con buona pace del «padre dell’unificazione» Helmut Kohl e degli Stati (da Berlino al Brandeburgo, dalla Pomerania alla Turingia) che sopravvivono così.

«Taglio di tasse di massa» per dirla con le parole di Seehofer.

Del resto pare l’unica filosofia differente in un programma sostanzialmente «speculare» a quello dell’Spd come malignano gli organi di informazione non certo ostili ai conservatori. Dalla tempistica della presentazione (dopo il congresso straordinario socialdemocratico) fino alla sottile divergenza con Schulz sui temi del lavoro e dei sussidi sociali combattuta sul filo del centesimo.

Eppure Merkel mira – come sempre – a conquistare i voti del ceto medio-alto messi nel mirino dai socialdemocratici e dalla Linke che agita l’incubo della patrimoniale. Per questo assicura che non ci sarà alcun nuovo prelievo fiscale a chi possiede «redditi rilevanti».

Ai «poveri» la cancelliera promette invece di frenare il caro-affitti con un piano-casa basato sulla costruzione di ben 1,5 milioni di nuovi alloggi. Per i disoccupati di lunga durata è prevista l’integrazione nel mercato del lavoro con priorità alle donne. «Nessun posto dovrà rimanere vacante» assicura Merkel immaginando un paese di «professionisti» basato sulla formazione continua. In questo campo trovano ancora la porta aperta gli immigrati, da impiegare secondo il fabbisogno delle aziende tedesche.

In parallelo, secondo la cancelliera, si procederà alla digitalizzazione della Germania. «La conoscenza informatica non dovrà essere insegnata solo ai ragazzi ma anche a chi già lavora» precisa, prima dell’invito a una maggiore «curiosità verso il futuro».

Suona bene, come la promessa di 15mila nuovi agenti sul territorio nazionale. Ma il «Piano-Baviera» che la Csu presenterà il 23 luglio, rischia di rovinare la nuova luna di miele di Seehofer e Merkel. Conterrà le richieste per la futura coalizione, tra cui l’accoglienza limitata a 200 mila profughi all’anno.