Un documento interno di 14 pagine disegna la «controproposta politica di Sinistra» della Linke al monolitico modello di Angela Merkel.

Sulla base della geometria social-ecologista che già funziona a Berlino come in Turingia e in nome dell’unica alternativa possibile all’eterno schema della GroKo, che gonfia solo i voti dei democristiani e dimezza sempre i socialisti.

Alle prossime elezioni federali manca solo un anno, e l’occasione politica è irripetibile: con il timone della segreteria Spd saldamente in mano alla corrente di sinistra e i Grünen non più all’apice della curva del consenso come nel boom pre-coronavirus.

La coalizione rosso-rosso-verde a livello nazionale, da discutere con gli «alleati naturali» subito e nella pratica. Un pensiero strategico anticipato dal settimanale Der Spiegel, elaborato in piena “fase due” dai co-segretari della Linke, Katja Kipping e Bernd Riexinger, insieme all’amministratore federale Jörg Schlinder e al tesoriere Harald Wolf.

«In modo straordinario e con insolita chiarezza» come scrive il magazine prima di riassumere i punti dell’analisi politica del “paper” intitolato Per un tempo solidale dopo il Corona, formalmente indirizzato al Consiglio nazionale della Linke.

«I governi statali in cui la sinistra è attualmente coinvolta dimostrano la sostanziale differenza sociale e democratica dei partiti progressisti quando governano insieme. Adesso è importante unire le forze e impegnarsi nel cambio di direzione» è la premessa in testa al documento.

La posizione comune è che «servono salari più alti, meno ore di lavoro e più tasse sul capitale, la moratoria sugli affitti e soprattutto che gli investimenti siano legati alle condizioni sociali ed ecologiche». E il futuro è segnato da tre possibilità diametralmente opposte. Prima: «capitalismo autoritario, che in Germania significa partecipazione al governo di Alternative für Deutschland»; seconda: «il neoliberismo verde» ovvero il governo Giamaica abortito per un soffio prima della nascita del quarto esecutivo Merkel; terza: «una maggioranza di sinistra per un nuovo progetto social-ecologico, ovvero la coalizione rosso-rosso-verde.

Tutte le ipotesi in balia del “governo” del morbo dettano regole universali. «Il coronavirus ci ha posto di fronte a clamorosi sconvolgimenti economici e feroci lotte per la distribuzione delle risorse. Le richieste politiche dell’intero arco della sinistra ci impongono una presa di posizione coraggiosa e un approccio comune».

Corrisponde alla “vecchia” critica al neoliberismo di Kipping e Riexinger ma con l’aggiunta degli effetti collaterali dell’emergenza che in Germania sta moltiplicando i poveri e mandando in fallimento le molte categorie escluse dal “miracolo tedesco”.

La recessione economica è stata conclamata dall’Istituto di statistica due giorni fa (meno 6,3% del Pil a fine anno) e il governo federale non sa come trovare quasi 100 miliardi di tasse mancanti a causa del lockdown. Secondo la Linke l’alleanza rot-rot-grün è l’unica possibilità per evitare che a pagare il conto della pandemia siano solo gli indigenti e l’Ambiente, nel momento in cui gli stimoli finanziari («che non saranno infiniti e tantomeno risolutivi» come ricordato dal presidente del Bundestag, Wolfgang Schäuble) scompariranno d’incanto.

Ma il documento è anche un eccezionale appello all’unità interna della Linke, diretto ai dirigenti poco propensi a estendere l’ipotesi governista a livello nazionale. Come dimostra la scrittura a due mani, concertata, di Kipping e Riexinger che fino a ieri intervenivano quasi sempre separatamente.

La maturità del tempo politico: del qui e ora e non più da soli, di mettere a frutto l’8% della Linke nei sondaggi. Gli stessi che fotografano la cancelliera Angela Merkel proiettata verso la “fase cinque” e il leader della Csu, Markus Söder recordman di gradimento.