Venticinque versamenti, regolarmente registrati, restituiscono il puzzle del finanziamento privato ai partiti tedeschi nel 2018. Nero su bianco, nell’elenco depositato all’Ufficio amministrazione del Bundestag, oltre 2 milioni di euro elargiti dalle lobby a sostegno della Grande coalizione come dell’opposizione in formato liberal e Verde.

DENARO CON NOME e cognome: dei costruttori dell’automobile, dell’impresa chimica, delle confederazioni metallurgiche dei Land che muovono l’economia del Paese. Oltre ai soldi del settore immobiliare e il «solito» bonifico estero del governo di Copenhagen. Si aggiungono a 6,6 milioni incamerati dai partiti nel 2017: li hanno presi tutti a eccezione della Linke e Alternative für Deutschland, che però si arricchisce grazie ai bonifici dall’estero.

Agli atti del Parlamento spiccano in cima alla lista gli 850 mila euro incassati dalla Cdu della cancelliera Angela Merkel, il maggiore beneficiario in assoluto. Comprendono 260 mila inviati a giugno da Hans-Joachim Langmann, ex amministratore del gruppo farmaceutico Merck, e 60 mila provenienti dalla Metall Nrw di Düsseldorf, la confindustria del Nordreno-Vestfalia.

Ma soprattutto i 250 mila euro bonificati in quattro tranche da Susanne Klatten e Stefan Quandt (i principali azionisti di Bmw) e 100 mila girati la scorsa primavera dalla Daimler Ag di Stoccarda, proprietaria del marchio Mercedes. Concorrenti agguerriti nel mercato, eppure saldi alleati nel sostegno finanziario al partito cristiano-democratico che ha chiuso un occhio sul Dieselgate e inserito nella legge di bilancio i fondi che servono al passaggio alla mobilità elettrica.

DAIMLER, per non sbagliare, a inizio maggio ha inviato esattamente la stessa cifra alla Spd, che negli ultimi 12 mesi ha ricevuto complessivamente 280 mila euro: tre volte meno del partner democristiano.
Si notano 80 mila euro donati l’8 novembre dal gruppo industriale Evonik, azienda leader della chimica «specializzata» di Essen di proprietà del colosso Rag Stiftung: proprio come Daimler, ha spedito l’equivalente alla Cdu ora guidata della neo-segretaria Annegret Kramp-Karrenbauer. I socialdemocratici risultano avere poi riscosso l’assegno di 100 mila euro a firma dall’immobiliarista Dietmar Bücher di Idstein, in Assia.

AL PARTITO BAVARESE, invece, un fiume di denaro dalla Vbm, l’Associazione delle imprese metallurgiche ed elettriche di Monaco che raggruppa 2.700 aziende del settore. Il 21 dicembre ha inviato alla Csu 625 mila euro in un colpo solo. Versamento degno di rilievo, anche se fanno notizia anche 352.420 euro e 50 centesimi offerti al Dkp (il partito comunista tedesco) da Andreas Zechmeister di Bad Orb, e 80 mila donati al Mlpd (il partito marxista-leninista) da Lena Goltz di Rüsselsheim.

Il sostegno finanziario all’opposizione si manifesta, ancora una volta, con la Vbm che oltre alla Csu supporta anche i liberali. Alla vigilia di Natale si registrano 60 mila euro regalati a Fdp dagli industriali bavaresi, insieme a 66 mila già incassati dalla società immobiliare «Wid» del Baden-Württemberg e 100 mila delle industrie «R+W» di Colonia. Mentre risulta anche il versamento personale di 50.249 euro del segretario Fdp Christian Lindner.

DOPO IL CONTRIBUTO annuale di 122.105 euro a Ssw (il partito che rappresenta la minoranza danese nello Schleswig-Holstein) del «Kulturministeriet» di Copenhagen, si apre il finanziamento privato dei Verdi, ridotto a due soli nomi ed entrambi della Baviera: l’immancabile Vbm di Monaco con 50.001 euro versati giusto sei giorni fa e Leo Plank che a ottobre ha girato 95 mila euro.
Nell’elenco ufficiale 2018 Alternative für Deutschland non compare mai. Perché la legge federale impone di registrare solo le donazioni superiori a 50 mila euro, e soprattutto perché l’ultradestra si finanzia dall’estero.

Sono conclamati 150 mila euro dai Paesi Bassi, come certi altri 130 mila versati in più riprese dalla «Pharmawholesale International» con sede a Zurigo alla co-leader Alice Weidel. Noto anche il conto bancario della sezione Afd del confinante Lago di Costanza: nell’estate 2017 l’estratto segnava meno di mille euro, a marzo 2018 era cresciuto fino a 255 mila.