Per i tabloid britannici – aldilà delle mèche bionde, le pettinature cotonate e l’abbronzatura perenne era semplicemente «creamy voice», la voce più suadente del pop. George Michael a quasi dieci mesi dalla scomparsa avvenuta proprio nel giorno di natale 2016 – viene celebrato in questi giorni da Sony con la ripubblicazione venerdì del suo secondo album solista, Listen without prejudice Vol 1 insieme al live Mtv Unplugged rimasterizzato e con un brano in più, Fantasy, con i featuring di Nile Rodgers.

Ma più dell’operazione discografica in sè, è interessante il documentario George Michael: Freedom che Sky Arte trasmette sabato 21 ottobre alle 21.15 a cui la popstar stava lavorando poco prima di morire. Un curioso patchwork che aldilà dell’(inevitabile) autocelebrazione, prova a muoversi oltre gli stereotipi della rockstar. Novanta minuti dove ci si sofferma sugli aspetti personali (la relazione tragica con Anselmo Feleppa morto di Aids), ma si attinge soprattutto alle sue performance live e si raccontano le difficili relazioni con Sony e i poteri forti della discografia in generale. Le testimonianze di colleghi come Stevie Wonder, di Mary J.Blige, Noel Gallagher («in George ci sono molte affinità con John Lennon»), si alternano a video celebri come Freedom ’90 e a concerti che hanno fatto epoca, il live aid nel 1992 a Wembley con l’omaggio a Mercury sulle note di Somebody To Love, i giri in Brasile e i più recenti Symphonica tour con la grande orchestra.

Folle oceaniche, hit che scalano le classifiche, una fama che rischia di distruggerlo e a cui mette un primo stop nel 1992 quando si imbarca in un contenzioso legale con la Sony: «Penso che la tragedia del successo – confessa nel documentario – è il fatto che molti artisti vadano fuori di testa. E io ne ho visti tanti, non voglio finire così». Michael perde la causa e per sei anni si ferma fino a che David Geffen rileva il suo contratto dalla Sony. Sempre più refrattario ai cliché si spinge a rivisitare gli standard e in (riusciti) progetti collaterali, come una collaborazione con Astrud Gilberto sulle raffinate note di Desafinado.