«Mi rivolgo al presidente Emiliano e al sindaco Melucci facendo appello alla loro responsabilità e alla sensibilità istituzionale che ben conosco. Vi chiedo di ritirare il ricorso al Tar e di non mettere a rischio interventi per la bonifica ambientale e il lavoro che Taranto aspetta da anni» È l’appello che ieri mattina, il presidente del consiglio Paolo Gentiloni ha rivolto alle due istituzioni che da tempo sono in contrasto con il governo sulla vicenda Ilva.

L’INTERVENTO DEL PREMIER è arrivato due giorni dopo l’incontro romano su Taranto, dove le divergenze non sono state appianate e nel giorno in cui governo, sindacati e ArcelorMittal hanno ripreso l’interlocuzione sul piano industriale, programmando altri cinque incontri per gennaio. «Da parte del governo c’è piena disponibilità al confronto sulle questioni che avete sollevato. Conto su di voi, l’Italia e la Puglia hanno bisogno di leale collaborazione», ha detto Gentiloni concludendo il suo appello.

Appello a cui il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha subito risposto, dichiarandosi «a disposizione del presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, ove voglia incontrarlo per illustrargli le ragioni del ricorso e il punto di vista della Regione Puglia sul piano industriale e sul piano ambientale dell’Ilva di Taranto». Nella nota ufficiale con cui ha risposto al premier, il governatore pugliese ribadisce che «il ricorso ha il fine esclusivo di tutelare la salute dei cittadini e dei lavoratori da uno stabilimento per il quale è attualmente in corso un processo penale per disastro ambientale e avvelenamento di sostanze alimentari davanti alla Corte d’Assise di Taranto e per il quale occorre impedire che le condotte di reato siano reiterate».

ANCHE IL SINDACO DI Taranto, Rinaldo Melucci, ha risposto all’appello di Gentiloni: «Ringrazio il presidente, ma voglio sottolineare che il dialogo da parte del Comune, con tutte le altre istituzioni e con gli investitori, non si è mai arrestato, anche nelle ore più difficili o nei momenti in cui abbiamo subito le peggiori pressioni mediatiche». In merito allo scontro istituzionale in corso sui ricorsi al Tar contro il Dpcm della nuova Aia, che il ministro dello Sviluppo Calenda, i sindacati, il governo e ora anche il premier chiedono di revocare, Melucci ha dichiarato che «già ieri sera (giovedì per chi legge, ndr) avevamo risentito il Mise e trasmesso la nostra posizione sulle modalità per consentire il ritiro del ricorso. Apprezzo molto il ruolo di mediazione e responsabilità che sta assumendo il presidente del Consiglio. Se necessario io lavoro anche a Natale, ma devo portare a casa – conclude il sindaco – risultati sostenibili e definitivi per la mia comunità».

CHI INVECE CONTINUA a criticare duramente Regione e Comune sono i sindacati. Fim e Uilm di Taranto, in risposta al tavolo convocato e poi annullato dalle due istituzioni locali, ieri hanno sottolineato che «il sindacato confederale tutto ribadisce che l’unico Tavolo dal quale possono essere ottenuti i benefici attraverso la contrattazione per lavoratori e città è quello ufficiale che si svolge al Mise». Evidenziando che gli incontri continueranno con i soggetti legittimati alla rappresentanza tramite le elezioni delle Rsu «dove partecipa oltre il 90% dei lavoratori, di cui il sindacato confederale detiene l’88% di rappresentatività espresso dalle 69 Rsu»: messaggio chiaro al governatore Emiliano che giovedì aveva dichiarato come tutti i lavoratori dell’Ilva siano dalla sua parte.

Fim e Uilm quindi invitano «tutti al senso di responsabilità, scevri da rancori e pregiudizi che nulla hanno a che fare con i problemi della salute e del lavoro». Leggermente più morbida la linea della Cgil e della Fiom di Taranto, che pur apprezzando «lo sforzo del Sindaco di voler continuare a tenere un clima di dialogo con tutte le parti sociali e istituzionali», ribadiscono che la vertenza «non deve essere rinchiusa nel recinto dei favorevoli e contrari a un ricorso al Tar e tantomeno diventare un elemento di scontro politico».