«Come nel 1960», quando Genova insorse contro la possibilità di ospitare il raduno dell’allora Msi, anche ieri il capoluogo ligure ha tenuto a sottolineare il proprio antifascismo. Alla notizia di un raduno di formazioni fasciste e xenofobe, Genova ha contrapposto la sua consueta tenacia, memore di aver costretto i tedeschi, nella seconda guerra mondiale, alla resa «senza condizioni».

to spostato a Sturla quartiere a levante, blindato dalla polizia in previsione di una manifestazione di antifascisti cui hanno preso parte anche Anpi e il sindaco Marco Doria. Quest’ultimo, di recente finito in piena crisi politica, ha tenuto a precisare la propria posizione: «L’importanza di essere qua è evidente, a fronte di posizioni che sono veleno per la democrazia, che seminano razzismo e intolleranza».

Nel corso della manifestazione indetta contro il raduno fascista ci sono stati alcuni scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti, ma tutto si è concluso con qualche lancio di fumogeni e petardi, ma nulla di grave. Intanto dal raduno dei nostalgici arrivavano le consuete parole d’ordine: «I veri rivoluzionari sono Putin e Trump» ha detto Roberto Fiore durante il suo intervento al convegno europee sul tema «Per l’Europa, per le patrie».

«Una grande rivoluzione sta vivendo la Russia di Putin, che non è più comunista, offre soldi per i bambini che nascono e dona terre alle famiglie. e Trump gli sta facendo eco». Altri interventi hanno sottolineato lo sdegno popolare di fronte alla propria iniziativa, richiamando i valori costituzionali sulle libertà di raduno, dimenticando, come accade spesso alle destre, che l’ordinamento legislativo costituzionale italiana proibisce ogni apologia del fascismo.