Gli applausi per Di Maio e Salvini al funerale, l’approvazione per l’operato del commissario «federatore» Toti e del sindaco ex Confindustria Bucci.

LA PRIMA CREPA NEL CONSENSO di chi – governo e istituzioni locali – sta gestendo la vicenda del ponte Morandi a Genova è arrivata ieri. Nel giorno in cui i consigli comunale e regionale in seduta straordinaria comune chiedono una legge speciale per gestire l’emergenza, va in scena la protesta degli sfollati. Si presentano alle 10, non invitati, nella sede del Consiglio regionale, chiedono e ottengono, dopo una breve discussione, di seguire i lavori e alla fine dei primi interventi si mettono a gridare: «Rispetto, rispetto!». In cinquanta manifestano la loro rabbia e disperazione dalla tribuna: «Veniamo prima noi delle imprese, veniamo prima noi della viabilità, ci siamo prima noi, vogliamo la casa!». «Abbiate la stessa considerazione che avete avuto per Ansaldo Energia (l’azienda sotto il viadotto crollato riaperta in parte, ndr)», grida una donna. Espongono cartelli: «Quelli di ponte Morandi, 50 anni di servitù, due settimane di sofferenze». «Nessuna demolizione senza per noi una soluzione», contestano le centinaia di famiglie che abitavano nelle case nell’attuale zona rossa.

«CI SIAMO AUTOCONVOCATI, nessuno ci ha invitato al consiglio congiunto. C’era tensione. Abbiamo bisogno delle istituzioni», spiega nel pomeriggio Franco Ravera, portavoce delle famiglie. Toti e Bucci abbozzano promesse: «In settimana – spiegano gli sfollati – ci sarà un monitoraggio del moncone e, se ci sarà il via libera, il sindaco si accolla l’onere di permetterci di entrare nelle case, in certe fasce orarie, con l’accompagnamento dei vigili e con opportune strumentazioni come piani elevatori, per prendere quanto possibile». «Abbiamo anche chiarito che le case che ci vengono date ora sono temporanee. Noi vogliamo ricostruire la nostra casa e la nostra comunità dove possibile. Oggi non sappiamo nulla».

LA NOTIZIA RIMBALZA A ROMA, Di Maio in un tweet dà ragione agli sfollati, Toti non si trattiene: «Se Di Maio vuole aumentare i fondi li accettiamo». Poi aggiunge: «Mentre lei esterna noi siamo qui con gli sfollati».
Le indagini sul crollo intanto vanno avanti. C’è una lista di persone alla procura di Genova. Si tratta di coloro che erano al corrente dei problemi della struttura e che presto saranno ufficialmente indagati per la morte di 43 persone per diversi reati e gradi di responsabilità.

LA LISTA CONTIENE DI SICURO i nomi dei vertici di Autostrade per l’Italia: il presidente Fabio Cerchiai, l’amministratore delegato Giovanni Castellucci, il direttore centrale operazioni Paolo Berti, il direttore maintenance e investimenti Michelle Donferri Mitelli, il direttore del primo tronco Stefano Marigliani. Per il resto sono sotto osservazioni circa una ventina di altre persone.
Intanto è stato consegnato dalla squadra mobile l’elenco delle parti offese. Sono 145, tra familiari delle vittime e feriti.

L’elenco definitivo potrebbe aumentare quando inizierà il processo, se dovessero essere ammessi anche i danneggiati e gli sfollati. Si allungano invece i tempi dell’incidente probatorio che potrebbe partire anche in corso di demolizione dei resti della struttura.