«Chiedo scusa a chi in qualche modo si è sentito offeso e colpito, così come chiederei scusa a ogni cittadino che si sente offeso dal’amministrazione comunale. La fascia tricolore forse era fuori luogo, rivedremo il regolamento», il sindaco di Genova Marco Bucci (centro-destra) tenta di risolvere così il caso del consigliere delegato Sergio Gambino (Fratelli D’Italia) che il 29 aprile ha commemorato i morti di Salò con tanto di fascia tricolore, insieme a un gruppo come “Lealtà e Azione”, esplicitamente neofascista. Poi il primo cittadino infila anche una gaffe, «Genova è medaglia d’oro al valor militare», dice davanti all’aula del Consiglio comunale e subito viene ripreso dal pubblico presente. «Genova è medaglia d’oro per la Resistenza. La storia non si cambia» gli fanno notare dagli spalti.

«Non è una risposta», lamentano Pd, lista Crivello e M5S che in un documento avevano richiesto un chiarimento. Il sindaco non si è dissociato dal gesto del suo consigliere, dopo il discorso, l’opposizione abbandona in blocco l’aula.

«Bastava poco, bastava ricordare il sacrificio di chi ha perso la vita per donare a tutti noi la libertà e dire con chiarezza che la fascia tricolore del Comune di Genova lì non doveva andare», si legge nella nota diffusa dal Pd locale.

Amarezza anche dei comitati antifascisti, dell’Anpi e della Fiom Cgil che chiedevano una posizione chiara e la riconferma dei valori antifascisti di Genova. Insieme lasciano palazzo Tursi cantando Bella ciao.

E non finisce bene neanche con la stampa. Ai giornalisti che volevano sapere se Gambino fosse stato autorizzato, il sindaco risponde stizzito: «Non parlo di questo, io parlo della città e lavoro per la città. Se insistete me ne vado».