L’Ocse impallina Letta, con previsioni al ribasso, raffreddando ogni entusiasmo sollevato dal tour d’Europa di questi giorni del neo premier italiano. Il rigore di Monti senza crescita ha portato il debito pubblico al 130% e nel 2014 verranno smentite le previsioni italiane, che parlavano di calo, con un’ulteriore crescita al 134%. La crescita, dopo il declino dell’1,5% quest’anno, sarà al massimo dello 0,5% il prossimo, cosa che rende, secondo l’Ocse, impossibile una riduzione “significativa” dell’imposizione fiscale.

Anche perché l’Italia “resta esposta a bruschi cambiamenti d’umore dei mercati finanziari” se non rispetta gli impegni del rigore. Il deficit, che quest’anno sarà del 3,3%, dovrebbe ancora salire al 3,8% nel 2014 e quindi sarà necessaria “una nuova manovra”. L’Italia deve quindi dire addio alla promessa di tagli all’Imu e all’Iva: “la tendenza generale nel mondo e nei pesi Ocse – ha spiegato Angel Gurria, alla testa dell’Ocse – è quella di tagliare le tasse sulle imprese e sul lavoro, compensando con imposte sui consumi, su proprietà immobiliari e su emissioni di gas a effetto serra”.

Nel tour d’Europa di questi giorni, Enrico Letta è venuto a pescare nella sguarnita “cassetta degli attrezzi” di François Hollande qualche strumento per trovare uno stimolo alla crescita. L’idea è di cercare di accelerare i tempi, senza aspettare le elezioni tedesche, almeno per quello che riguarda l’attuazione di una promessa sull’occupazione giovanile, il più grosso dramma dell’Europa di oggi, con punte di senza lavoro che arrivano anche al 50% in alcune zone. Già al vertice di giugno, dove i 27 dovranno prendere decisioni sull’Unione bancaria, Hollande e Letta sperano di poter mettere sul tavolo tempi più veloci per il Fondo del piano giovani, che avrebbe dovuto entrare in vigore dal 2014, con una dotazione di 6 miliardi di euro fino al 2020. Un progetto oggettivamente debole, visto l’entità del problema, che persino José Manuel Barroso, incontrato da Letta in una tappa del suo tour, auspica venga abbinato a “iniziative nazionali”. Barroso è d’accordo sul fatto che debbano venire anticipate le iniziative per la lotta alla disoccupazione giovanile, definita da Letta “il vero incubo dell’Italia e dell’Europa”.

Per ottenere qualcosa da Angela Merkel, che Letta ha visto prima di incontrare Hollande il 1° maggio, l’Italia ha confermato tutti gli impegni presi dal governo Monti, in materia di riduzione dei debito. Barroso ieri non è stato molto chiaro sulla possibilità per l’Italia di uscire dalla procedura di deficit eccessivo: “dipende dai programmi di convergenza che il governo intende presentare” ha affermato il presidente della Commissione, prudente di fronte all’outlook negativo dell’Ocse. Il calendario prevedeva una risposta di Bruxelles a Roma su questo punto il 29 maggio, ma i tempi potrebbero venire modificati visto che c’è il nuovo governo. Letta si è impegnato a presentare nei prossimi giorni o settimane il piano italiano di rientro del deficit. La Commissione potrebbe essere più comprensiva per il 2013 – come lo sarà per la Francia – in cambio di impegni precisi di riduzione nel 2014. Per Letta, che sostiene di non voler dilazioni alla spagnola – Madrid ha ottenuto due anni di tempo in più per rientrare nei parametri – l’operazione è molto complicata, perché i tagli alle tasse (tra Imu e non aumento dell’Iva) e le spese aggiuntive (copertura per la Cassa integrazione, misure per lo sviluppo) verrebbero a costare tra i 7 e i 12 miliardi, che bisognerà trovare da qualche parte, cioè con dei tagli alla spesa, non ancora precisati, o con delle privatizzazioni (suggerimento dell’Ocse).

Merkel, Hollande, Di Rupo (primo ministro belga), Van Rompuy, Barroso, poi Rajoy: il tour d’Europa di Letta ha mostrato che i margini restano molto stretti, anche se ha affermato di tornare a Roma “più ottimista” per aver visto “preoccupazioni comuni”. L’abbassamento dei tassi della Bce allo 0,50, un record storico, potrebbe non avere grandi effetti visto il clima di stallo, con le banche che non allargano i cordoni del credito alle imprese. Il 22 maggio Letta parteciperà al suo primo vertice della Ue. Un Consiglio dedicato alle tasse e alle riforme fiscali, con la speranza di fare dei passi avanti contro l’evasione nei paradisi fiscali, presenti anche sul territorio europeo.