L’intricata, kafkiana vicenda della manifestazione dell’Estate romana al Gasometro forse si avvia a soluzione. Arrivata alla terza edizione, questa iniziativa conosciuta e molto frequentata dai cittadini romani, prima è stata assegnata ai vincitori del Bando univoco – cioè integralmente approvato – e alla vigilia dell’apertura, con una decisione dell’amministrazione capitolina, è stata messa sotto sequestro, bloccando le attività e i posti di lavoro di circa duecento persone. Il forse è d’obbligo visto che nonostante il suo ripristino, ordinato da una sentenza del Tar del Lazio e dal successivo e definitivo dissequestro da parte del pubblico ministero incaricato di dirimere la vicenda, ora c’è un nuovo stop che arriva dal dipartimento della cultura. Nella girandola di sì, no, forse sono stati coinvolti il Gabinetto del sindaco, il Municipio VIII, l’Assessorato alla cultura e la polizia giudiziaria. Ma, nonostante i due pronunciamenti del Tar e del Pm, ora ci sarebbe un nuovo impedimento dovuto a mancate autorizzazioni relative all’occupazione di suolo pubblico. Nel migliore dei casi si configura una maldestra gestione delle attività amministrative: vuoti decisionali, confusione di responsabilità. Nel peggiore, denunciano gli organizzatori, «forse l’area è oggetto di appetiti non del tutto chiari».