Israele è pronto a lanciare un’offensiva militare ampia e distruttiva contro Gaza. L’avvertimento lanciato giovedì dal ministro della difesa Gantz, durante un incontro con il capo di stato maggiore Aviv Kochavi, è stato seguito dall’invio di rinforzi di uomini e mezzi inviati ai reparti dell’esercito schierati nel sud del paese. Le organizzazioni militanti palestinesi però dicono che non si piegheranno alla minaccia avanzata da Israele. Il movimento islamico Hamas, che controlla Gaza, si è detto pronto alla guerra e il Comando congiunto palestinese ha diffuso un comunicato in cui afferma che non farà passi indietro.

 

Mesi di trattative e contatti dietro le quinte, mediati dall’Egitto, tra Israele e Hamas non hanno portato a nulla. Resta inalterata la condizione insopportabile degli oltre due milioni di palestinesi che vivono nei 400 kmq della “prigione a cielo aperto” di Gaza. Di giorno l’erogazione della corrente elettrica è ridotta a tre ore, perché il combustibile dell’unica centrale si è esaurito dopo la decisione delle autorità israeliane di bloccare l’ingresso a Gaza del gasolio.

 

Questo mese sono ripresi i lanci da parte palestinese di palloncini incendiari verso il territorio israeliano – dove hanno provocato incendi e danni – e poi anche di razzi – 12 giovedì notte – che in un caso hanno colpito un’abitazione a Sderot.  Da parte sua l’aviazione israeliana ha compiuto decine di incursioni. Le ultime 10 notti sono state turbate dagli echi di violente esplosioni, specie a Beit Lahiya e ad est di Khan Yunis. Israele ha fatto avanzare nelle ultime ore le batterie Iron Dome di difesa anti-missile. E il governo Netanyahu ha congelato il trasferimento a Gaza di decine di milioni di dollari che mensilmente il Qatar dona alla popolazione locale.

 

Un nuovo ampio conflitto è sempre più probabile, a sei anni dall’offensiva “Margine protettivo” contro Gaza costata la vita a ad almeno 2300 palestinesi (i morti israeliani furono alcune decine, in gran parte militari). E non è un elemento insignificante che attualmente sia ministro della difesa Gantz, che nel 2014 da capo di stato maggiore guidò “Margine protettivo”. Intanto la mediazione egiziana non ha effetti. Ieri sera a Gaza si aperta una notte che potrebbe portare a un’altra guerra devastante.