Torino, Genova e Brescia come Zurigo e Vienna, ieri, invase dalla folla arcobaleno del Gay Pride. Migliaia di persone hanno sfilato nelle strade di molte città europee, come era già avvenuto nelle settimane scorse a Roma e in altre capitali del mondo civile. A Torino, dietro lo striscione di apertura «Over the Borders», c’era la sindaca Chiara Appendino e numerosi assessori della giunta M5S che ha dato il patrocinio del Comune alla manifestazione.

Per nulla preoccupata che la nuova giunta regionale di centrodestra faccia tornare indietro le lancette dell’orologio, Appendino ha affermato: «La Città di Torino continuerà sulla sua strada, abbiamo fatto una campagna elettorale con al centro il tema dei diritti, delle famiglie arcobaleno e non solo, e continueremo a lavorare su questa strada. Io mi auguro che la Regione ci segua e il prossimo anno confermi la sua presenza».

Nel corteo anche il rettore del Politecnico di Torino, Saracco, e il neo rettore dell’Università, Geuna, per dire che «la prima cosa da insegnare è non avere paura delle diversità».

A Genova invece «il Comune non patrocina il Pride ma – ha affermato, polemico, il sindaco Marco Bucci – paga tutte le spese». E ci mancherebbe: «Essendo il Pride una manifestazione politica – è la giusta replica – esattamente come accade con gli altri cortei è normale che le spese vengano pagate dal Comune».