Non ha annullato le registrazioni in Campidoglio dei 16 matrimoni omosessuali celebrati all’estero, come sarebbe stato in suo potere fare e come ha ordinato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ieri si è invece limitato a inviare una lettera a Ignazio Marino – che rientrerà solo questa sera dal «Viaggio della memoria» ad Auschwitz e Birkenau – per invitare formalmente il sindaco a recedere e cancellare le trascrizioni sul registro di stato civile compiute sabato scorso. «Il Prefetto – si legge nella lettera – si riserva, qualora il sindaco non provveda, di procedere alla cancellazione delle trascrizioni ai sensi di legge».

Le reazioni della comunità Lgbti sono dure: «Pecoraro potrebbe ormai essere il vice leader di Alfano in Ncd», attacca per esempio Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center. Ma in realtà il prefetto si è mosso a dir poco con cautela. Tanto più che ieri il ministro Alfano – smentendo di fatto lo stesso Renzi che domenica, ospite di Canale 5, aveva confermato di aver pronto un testo di legge sui matrimoni gay alla tedesca – ha annunciato: «Ncd ha le idee molto chiare ed è disponibile a studiare un modello italiano che possa dare maggiori diritti con tre paletti ben precisi alle unioni gay: no al matrimonio, no alle adozioni e no alla reversibilità delle pensioni, che sfascerebbe i conti pubblici». Dal partito di Alfano infatti si leva l’affondo più duro contro il sindaco di Roma, lodato invece dalla presidente della Camera, Laura Boldrini.

«Purtroppo Marino e gli altri sindaci – afferma Fabrizio Cicchitto – hanno fatto solo danni per ciò che riguarda la regolamentazione delle unioni civili. A questo punto – lo diciamo dal punto di vista laico-liberale senza alcuna concessione agli opposti oltranzismi – bisogna definire con una larga intesa un progetto di legge sulle unioni civili, distinte dal matrimonio, che per parte sua deve rimanere fondato sul rapporto uomo-donna». E questa volta sembra aver ragione la portavoce dei deputati di Forza Italia, Mara Carfagna, che sottolinea «il problema interno alla maggioranza» dove il Nuovo centrodestra è «disponibile a parole ma nei fatti piuttosto riluttante». «Se Renzi – avverte l’ex ministra delle Pari opportunità – avoca tutto a sé, sarà difficile che il Parlamento abbia il tempo di cui ha bisogno per instaurare un dibattito costruttivo finalizzato ad una sintesi tra le diverse sensibilità».

Pensieri che frullano nella testa perfino di qualche esponente Pd. Giacomo Portas, per esempio, sia pure da un posizione particolare, essendo il leader dei Moderati eletto alla Camera nelle liste dei democratici, accusa Marino di aver agito «solo ad uso e consumo della propria immagine». «Il rischio tra l’altro, viste le leggi odierne, – aggiunge – è che si illudano quelle coppie a cui alcuni sindaci, e tra questi c’è Marino, stanno trascrivendo i matrimoni celebrati all’estero. E nel campo dei diritti civili c’è bisogno di tutto meno che di illusioni». Mentre Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera con anima Radicale, per esempio, considera «un’idea sbagliata» quella di proporre una legge sui matrimoni gay alla tedesca accantonando il ddl in discussione al Senato che prevede anche la regolamentazione delle unioni civili. «Sarebbe assurdo – dice – che per eliminare una discriminazione se ne compisse un’altra». Gay Center non è d’accordo: «Giachetti sbaglia, così indebolisce il percorso politico per arrivare a una legge per le coppie gay».