L’utopia dei giardini si diffonde nella Basilicata, coinvolge città e piccoli borghi, paesaggi naturali e urbani, in un vasto programma interdisciplinare aperto a tutti gli abitanti. Con Gardentopia. Cosmos of Ecologies, diretto dalla curatrice turca Pelin Tan, si torna alla terra, alla coltivazione del verde, alla valorizzazione di saperi e tradizioni originarie e specifiche, grazie alle ibridazioni e ai processi attivati con le arti contemporanee.

Gardentopia nasce all’interno di Matera capitale della cultura 2019 ma non si ferma alla città dei Sassi, si sviluppa e contamina gli eterogenei e complessi territori lucani. Mette in campo 18 artisti, architetti e designer locali e internazionali, ma non come segnali luminosi che appaiono senza lasciare segno. Ogni artista è chiamato a lavorare a stretto contatto con le comunità dei differenti luoghi coinvolti. Il risultato sono 32 giardini ideati e curati come processo collettivo, in cui entrano in gioco adulti e bambini. Sono tutti ricavati in aree inutilizzate che continueranno a vivere anche al di là del programma, perché saranno luoghi di cui prendersi cura. Tutti insieme. Creare consapevolezza, stimolare un senso di responsabilità riguardo i temi legati al cambiamento climatico e alla giustizia ambientale e sociale, fin dalla più giovane età.

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Di questo e molto altro si parlerà domani in occasione del Terzo e ultimo Gardentopia Day, a Casino Padula, sede materana della Open Design School. Qui dalle dieci di mattina a tarda sera, si alterneranno – in una giornata di restituzione e celebrazione – studiosi, membri delle istituzioni, artisti ma soprattutto cittadini. I cittadini che hanno preso parte a questo ambizioso programma per un intero anno e che avranno l’opportunità di raccontare la propria esperienza, confrontarsi e comprendere insieme come proseguirla nel tempo.
«Noi qui stiamo lavorando sul modo di coltivare insieme la nostra vita quotidiana, prendendoci cura dell’ambiente in cui viviamo. Un ambiente che sta scomparendo, a causa della produzione industriale avviata nel XX secolo e gli effetti dell’antropocene, ormai sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo avere consapevolezza che il cambiamento climatico non ha cause naturali, ma è legato alle attività degli esseri umani sulla Terra. È qualcosa che riguarda il capitalismo e lo stile di vita consumistico e omologante portato alle estreme conseguenze. Per questo Gardentopia non ha solo a che fare con la coltivazione collettiva di giardini e orti urbani, ma nasce e si sviluppa per valorizzare le specificità dei territori, acquisire maggiore consapevolezza dei processi in atto e rafforzare il senso di comunità. Il programma si occupa della valorizzazione di Matera e della Basilicata, ma guarda anche al nostro futuro nel mondo», racconta Pelin Tan durante l’incontro a Matera.

Tan ha un’importante esperienza internazionale come ricercatrice e curatrice specializzata nel campo dell’arte socialmente impegnata. Viaggia di frequente, ma in quest’ultimo anno ha trascorso molto tempo in giro per la Basilicata, seguendo personalmente il percorso di ciascuno degli artisti scelti, per tenere aperto e forte il dialogo sulle pratiche avviate. «Il nostro è un modo per ragionare su come le pratiche artistiche possano rafforzare anche i più piccoli villaggi – continua – Gli artisti, insieme alle popolazioni locali, hanno lavorato non solo per progettare e coltivare spazi verdi di varia natura, ma anche per trovare insieme economie sostenibili alternative. Al titolo Gardentopia ho voluto aggiungere il sottotitolo Cosmos of Ecologies perché il mio obiettivo è quello di mappare le diverse ecologie del sistema in cui operiamo. Ecco perché tutti insieme ci siamo occupati del verde, dalle più piccole piante agli alberi, ma anche dell’ecosistema che vi ruota intorno, a partire dagli insetti, ad esempio. Abbiamo lavorato per valorizzare la rete sociale, le competenze delle diverse comunità, con lo studio approfondito e il riconoscimento delle diverse ecologie. Questo è fondamentale per creare connessioni tra le diverse realtà coinvolte e sostenerle».

A luglio del 2018, la Fondazione Matera capitale della cultura ha lanciato una call aperta a tutta la Basilicata. Da Matera al più piccolo centro abitato, centinaia di persone hanno scelto di offrire un’area verde inutilizzata per dare vita insieme a un giardino di comunità. In seguito Pelin Tan ha avviato un profondo studio sulle caratteristiche ed esigenze di ciascun luogo.
Ha messo in luce i caratteri speciali di ogni villaggio, a cui ha poi abbinato artisti, designer e architetti che usassero mezzi e metodologie diverse, per creare nuove e inaspettate connessioni. «È stato molto stimolante per me lavorare in questa parte d’Italia. La Basilicata è una regione in un certo senso dimenticata. C’è un’ondata di turismo nuova, legata soprattutto a Matera, ma ho l’impressione che ci sia la tendenza a competere con regioni come Umbria e Toscana. Questo non sarebbe necessario, perché la ricchezza del territorio italiano sta proprio nella sua estrema varietà. La Basilicata ha uno straordinario patrimonio storico e culturale, ancora poco visibile, che deve essere espresso e valorizzato, su cui è importante investire. Un patrimonio fisico, certo, ma anche performativo, come dimostrano gli antichi festival di natura pagana, straordinari e tutt’ora attivi. E poi bisogna lavorare sui prodotti locali. Con l’artista Luigi Coppola, abbiamo scoperto che San Mauro Forte è l’unico paese italiano a coltivare prodotti naturali e organici senza l’uso di elementi chimici e nessuno ne è a conoscenza. Con Gardentopia ci siamo impegnati per renderlo evidente perché ciò oggi è introvabile. È un lusso. Poi ci siamo concentrati sull’artigianato che sta morendo. Credo che sia fondamentale sostenere queste specifiche competenze. Sono beni comuni preziosi, non possono e non devono essere dimenticati».