«La libertà e la democrazia sono state conquistate con il sangue di molti per evitare che ne fosse sparso ancora in futuro». Così ieri il presidente della Repubblica Mattarella ha voluto ricordare il 76esimo anniversario delle fosse Ardeatine, nell’anno in cui tutte le cerimonie, ufficiali e non, non si sono potute svolgere causa virus. «Quest’anno, con grande rammarico, non sarà possibile incontrarsi al Mausoleo insieme alle famiglie e ascoltare con sempre uguale commozione, i nomi dei martiri. Desidero, con la medesima intensità, esprimere loro affetto, vicinanza e ricordo», ha detto.

Impossibili i cortei. Ma la città ha comunque partecipato alla ricorrenza del massacro dei 335 italiani uccisi il 24 marzo 1944 dai nazifascisti durante l’occupazione di Roma. L’Unione delle comunità ebraiche e la comunità di Roma hanno promosso un ricordo virtuale. Marco De Paolis, procuratore militare generale, con lo storico Amedeo Osti Guerrazzi hanno tenuto una lezione in diretta streaming sul processo agli ufficiali tedeschi che ordinarono la strage. E alla fine, come da tradizione, sono stati letti i nomi delle vittime. «Nonostante la terribile emergenza sanitaria che il nostro Paese si trova ad affrontare non permetta lo svolgimento di cerimonie commemorative, ricordiamo l’eccidio», ha dichiarato Ruth Dureghello, presidente della Comunità di Roma, «una strage che rimane impressa nella nostra storia e che, insieme al doveroso ricordo delle vittime, spinge a un momento di riflessione sui principi di libertà e giustizia su cui si basa oggi la nostra democrazia e in nome dei quali si è battuta la Resistenza. In momenti come quello in cui ci troviamo è fondamentale rinnovare la nostra devozione a questi valori e ritrovare in quel senso di unità la forza per reagire a questa grave crisi».

Ma l’iniziativa senz’altro più suggestiva è stata quella dell’Anpi e degli attivisti del centro sociale La Strada, del quartiere Garbatella, il quartiere della via Ardeatina. Alle 18 sulle finestre del quartiere sono apparse delle candele e gli striscioni fabbricati in casa, con materiali di fortuna. «Ci hanno seppellito, ma eravamo semi». E alle 18 è partito il canto partigiano Bella ciao. «Questo 24 marzo il cancello delle Fosse Ardeatine rimarrà chiuso né si è tenuto il corteo nei luoghi della memoria – ha spiegato Amedeo Ciaccheri, presidente dell’VIII municipio – Il coronavirus ci ha tolto anche questo. Ma qualcosa di più forte del contagio scorre tra noi».