Per il ministro alla Salute Giulia Grillo, nella nave Sea Watch 3, ferma in rada a Siracusa da sei giorni (ma il salvataggio risale al 19 gennaio) con 47 migranti a bordo più l’equipaggio «la situazione sanitaria è assolutamente sotto controllo». «In pochi giorni – sostiene il ministro – non possono insorgere malattie croniche dal punto di vista psicologico né traumi acuti come nei casi di post terremoto o eventi bellici».

Una valutazione che stride con la relazione dello psichiatra salito a bordo durante il primo blitz di tre parlamentari e che ha parlato di «situazione penosa» dopo avere avuto colloqui con dieci migranti tra cui cinque dei 13 minori non accompagnati.

A confermarlo è Giorgia Linardi, portavoce in Italia di Sea Watch: «Le persone cominciano a mostrare chiari segni di impazienza, uno di loro è stato sedato: questo è quello cui stanno costringendo queste persone a due minuti e mezzo di navigazione dalla costa». Sea Watch ha presentato una diffida alla Prefettura e alla Capitaneria di porto sul mancato approdo: l’avvocato Alessandro Gamberini e la portavoce Giorgia Linardi si sono recati a palazzo di giustizia per un incontro col procuratore Fabio Scavone. «Non si può pensare di continuare a tenere i minori a bordo – dice Gamberini – Chiediamo che i migranti scendano perché non esploda un nuovo caso Diciotti. I migranti non devono essere uno strumento di negoziazione».

L’associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia (Aimmf) in un documento, firmato dal segretario generale Susanna Galli e dal presidente Maria Francesca Pricoco che è anche presidente del Tribunale per i minorenni di Catania, dispone di «identificare immediatamente i minorenni per consentire alla Procura competente di richiedere al Tribunale i provvedimenti in tutela dei minori che si trovano in questa gravissima condizione».

L’Aimmf ricorda che «per la condizione di vulnerabilità delle persone minorenni straniere l’applicazione della legge deve essere garantita senza ritardo nel momento di arrivo alla frontiera per non prolungarne la sofferenza e il trauma patito». E precisa che «l’intervento urgente di accoglienza e di protezione è questione diversa dall’individuazione del luogo stabile di permanenza dei migranti minorenni e che, a questo proposito, già nel recente passato, sono stati efficaci i progetti di ‘ricollocamento’ negli Stati membri dell’Ue, che rispondono, peraltro, alla progettualità e al sogno di molti dei minori soli».

Intanto, la Croce rossa ha inviato sulla nave 60 sacchi a pelo, 60 coperte, 200 kit igiene, 100 t-shirt e 100 calze «per dare un minimo di assistenza». E gli albergatori di Siracusa, in una lettera al prefetto e ai ministri degli Affari esteri, dei Trasporti e dell’Interno scrivono di essere pronti a ospitare a proprie spese i 47 migranti. «Un immenso grazie a tutti quelli che ci stanno mostrando solidarietà, agli italiani che ci stanno sostenendo, in particolare ai cittadini di Siracusa ed al sindaco che ha espresso vicinanza in questo momento, la vostra solidarietà è importantissima per me, per l’equipaggio e soprattutto per i nostri ospiti a bordo», afferma il capo missione di Sea Watch in un breve filmato postato su twitter.

Al momento però non si hanno certezze sullo sbarco. «La decisione non spetta a me – chiarisce il capo della Procura di Siracusa, Fabio Scavone – Valutiamo giorno per giorno». E oggi alle 11 è in programma una manifestazione in via Stentinello, in contrada Targia, alle porte di Siracusa, dove a un miglio dalla costa è ormeggiata la Sea Watch.