Il Movimento 5 Stelle ha perso l’ennesimo parlamentare: il senatore cagliaritano Gianni Marilotti se ne va ma assicura sostegno alla maggioranza di governo.
Nel frattempo, sulla piattaforma Rousseau si votava per scegliere tra oltre mille aspiranti i trenta che chiuderanno gli Stati generali di domenica prossima, indirizzando il dibattito che scaturisce dall’intricato percorso cominciato dalle assemblee territoriali. Oggi si sapranno i risultati. Beppe Grillo fa da osservatore esterno mentre quasi tutti i 5 Stelle di prima fila ambiscono a prendere parola. Non mancano i giochi di corrente, anche se non dichiarati. Con l’eccezione del gruppo «Parole guerriere», unica componente che ha scelto da tempo di esplicitare al propria esistenza e di manifestare appoggio alla candidatura di Luigi Gallo, deputato di Torre del Greco. «’Parole Guerriere’ è il primo think tank del M5S – spiega Gallo – fuori dagli schemi, è riuscito a unire esperti, cittadini e portavoce nelle istituzioni per guardare oltre la quotidianità e programmare il futuro. La mia candidatura e la proposta di riorganizzazione sono il frutto di questo lavoro. Vogliamo innovarci e affiancare alle piattaforme digitali e al voto online le assemblee fisiche, in modo che le persone governino dal basso gli strumenti digitali senza esserne governati. I ruoli decisionali devono essere equamente distribuiti tra attivisti, consiglieri comunali, regionali, parlamentari nazionali ed europei, perché il M5S agisca come struttura unitaria».

Le assemblee locali chiedono maggiore organizzazione sui territori ma rivendicano il tetto dei due mandati.
Le esperienze non vanno disperse, possono in varie forme dare supporto al paese anche senza ricoprire cariche elettive. Una scuola di formazione politica sia fisica che telematica, ad esempio, servirebbe a garantire che chi ha esperienza e competenza contribuisca con forza a elevare le conoscenze interne al M5S e al paese. Fornirebbe strumenti a tutti i cittadini per scardinare le ingiustizie. La riduzione degli stipendi degli eletti deve finanziare l’anello debole del M5S: i gruppi locali di cittadini e i consiglieri comunali che si occupano dei nostri rifiuti, delle nostre strade e del disagio sociale. La continuità, infine, è garantita anche da luoghi fisici sui territori in cui esperti e cittadini attivi lavorano insieme.

Cosa cambierà nel M5S da domenica sera?
Possiamo tornare al 33% se ammettiamo alcuni errori strutturali e facciamo scelte di campo. Per essere coerenti, credibili e con una identità forte e riconoscibile dobbiamo indossare il colore dell’identità ecologista, della sensibilità ambientalista, a difesa della vita e del pianeta al di sopra di ogni cosa. A difesa della salvaguardia della specie umana, di quella animale e vegetale senza se e senza ma. Usare il termine «Terzo polo» e parlare di equidistanza da destra e sinistra ci fa apparire ambigui e fuori dal tempo. Il M5S deve aspirare a governare regioni e comuni e a produrre cambiamenti radicali per spazzare via caste, inefficienze e clientele. Potremmo scegliere di lottare contro le disuguaglianze con la redistribuzione delle ricchezze per aiutare le imprese e i liberi professionisti meritevoli e in difficoltà e per ridurre la povertà minorile, potremmo ridurre l’orario di lavoro e creare nuova occupazione. Potremmo fare nuove leggi per la meritocrazia nelle nomine pubbliche. Ma per farlo ci serve una nuova organizzazione, una leadership collegiale e nuove persone capaci di cambiare l’Italia.

L’evoluzione di cui parla necessita di fratture interne.
Il mio obiettivo, come quello di tanti altri, è sempre stato quello di unire. Per questo mi ferisce che gruppi minoritari si lascino prendere da uno spirito distruttivo invece che cercare di costruire qualcosa di positivo. Qualcuno critica senza conoscere e costruisce un’immagine oltremodo negativa del M5S, offuscando tante nostre conquiste storiche. Mi riferisco, ad esempio, alla digitalizzazione della pubblica amministrazione, che è in atto grazie a un’accelerazione promossa nel decreto semplificazioni, o al successo del superbonus 110%, che in pochi mesi ha fatto nascere 5 mila imprese green. Siamo riusciti a ottenere sette miliardi per le scuole e in parlamento sono in discussione le leggi sull’acqua pubblica e sul conflitto di interessi, che devono essere approvate prima possibile. A queste persone dico che il nemico è all’esterno e le loro polemiche lo rafforzano.