La famiglia il neoministro all’ambiente Gianluca Galletti la tiene in grande considerazione. Ovviamente quella tradizionale, con tanti figli, rigorosamente etero e possibilmente consacrata in chiesa. Anche per questo nella sede bolognese dell’associazione famiglie numerose in queste ore stanno festeggiando: l’uomo scelto da Matteo Renzi per salvare il salvabile del disastrato ambiente italiano è uno di loro, un associato di vecchia data. Un politico che nel 2010 spiegava a Radio città del capo: «Io nell’accesso ai servizi chiederei un correttivo a favore delle coppie sposate. I Dico all’emiliana hanno dimostrato di non funzionare nei fatti».

Per scendere sul piano più politico e professionale il neo ministro Galletti è un pezzo importante dell’Udc, vicino a Pierferdinando Casini, con una nota sua fede centrista. Vanta, poi, un curriculum di ferro nel campo delle multiutility, ovvero quelle società per azioni che gestiscono – come recita uno slogan della francese Suez – «l’essenziale per la vita»: dall’acqua ai rifiuti, passando per l’energia e i servizi pubblici locali. Quelle stesse società che in questi mesi stanno chiedendo l’aumento delle bollette dell’acqua e dei servizi. Per tutti, famiglie numerose o semplici coppie, etero o meno. Tutti temi, questi, che ora troverà sul suo tavolo di ministro.

Ben noto a Bologna è il suo no deciso al referendum sull’acqua pubblica del 2011, che vide la vittoria del fronte del sì con più di 27 milioni di voti. Nei dibattiti che avevano preceduto l’appuntamento referendario, Gianluca Galletti aveva sostenuto il mantenimento del principio del profitto per le società per azioni. D’altra parte il suo partito è sempre stato vicino al principale azionista della multinazionale Acea, quel Caltagirone che oggi è l’industriale del settore acqua e rifiuti in decisa ascesa. «Nessuno fa niente per niente – spiegava Galletti a «Radio anch’io» nel 2011 – il ritorno economico sotto forma di remunerazione del capitale investito i privati lo chiederanno. Ma attenzione – aggiungeva – anche il pubblico se investe ha bisogno di remunerare quel capitale investito». Ora che il referendum ha abrogato quel principio, un ruolo chiave, all’interno delle politiche di governo, lo ha proprio il ministero dell’Ambiente, anche se il dossier della tariffa è passato all’autorità per l’energia. Sul tema della tariffa dell’acqua – e sui profitti per i gestori – il neo ministro per l’ambiente ha idee chiarissime: «C’è la questione degli interessi finanziari – spiegava a «Radio anch’io» – e sotto questo aspetto non cambia assolutamente nulla». Con un paradosso, che lo porta ad affermare la necessità di «più mercato», in netta opposizione con il voto referendario: «Se l’acqua la gestisce il pubblico siamo in un regime di monopolio. Ed è vero quello che gli economisti ci insegnano da decenni, nella concorrenza il prezzo è più basso, la qualità è migliore, il monopolio gonfia la rendita del monopolista». Dimentica che la gestione delle risorse idriche è un monopolio naturale, dove proprio il privato ha giocato un ruolo chiave dal 1994 ad oggi. Proprio grazie alle privatizzazioni che ha sempre difeso.

Sui temi ambientali Galletti ha le idee chiare, strettamente ancorate al credo dell’Udc. Ad esempio sul nucleare, che difendeva a spada tratta nel 2010: «Noi stiamo affrontando il problema del nucleare non partendo dalla testa, ma di nuovo dai semplici spot», spiegava durante un’intervista all’emittente bolognese «Radio città del capo». Per poi spiegare: «Quando ci sarà un piano sul territorio che dimostrerà che ci sono dei siti che sono più sicuri, più convenienti di altri, a quel punto se uno di questi siti fosse in Emilia Romagna io assumo la mia responsabilità, non avrei timore a metterlo in Emilia Romagna». Per fortuna dei bolognesi il referendum e Fukushima hanno fermato il suo spiccato «senso di responsabilità».

Ora che è al governo, Galletti troverà dossier che si incrociano con il suo passato professionale e politico. Ad iniziare dall’emergenza dei rifiuti a Roma, dove il potente Caltagirone potrebbe giocare un ruolo non secondario. O come le bonifiche, tema urgente e delicato, dove la società del ministero dell’ambiente Sogesid sta giocando un ruolo strategico. Un lavoro da Renzi team.