Cento milioni di visualizzazioni, un’infinità di cover – geniale quella di un gruppo di bimbi svizzeri su YouTube. Il post sanremo per Occidentali’s Karma – trionfatore all’Ariston – di Francesco Gabbani e della sua «scimmia nuda» è andato ben oltre le aspettative. Con l’incontro finale ad Oxford con «l’ispiratore», del brano l’etologo e zoologo inglese Desmond Morris: «Un incontro surreale, come se fossi andato a prendere un caffè con Eraclito. Ci siamo un po’ cercati a vicenda, lui si è messo in contatto con me tramite il suo agente e mi ha mandato una copia della Scimmia nuda con un fotomontaggio in copertina, dove ha sovrapposto il mio volto». Due mesi dopo arriva oggi l’album, Magellano (Bmg), copertina pop dai colori accesi, scritto insieme al fratello Filippo, Fabio Ilacqua e dal produttore Luca Chiaravalli, che il trentacinquenne carrarese lo definisce «un fritto misto fatto di tanti generi e dalle mie preferenze musicali. Perché io in realtà parto con il blues e il soul». Nove canzoni, otto inedite e la cover di Susanna, successo di Celentano nel 1984: «Un omaggio voluto, lui ha cantato un mio pezzo (Il bambino e il fucile, ndr) nel disco di duetti con Mina».

Scrittura brillante anche se troppa elettronica – ma è il problema di buona parte del pop contemporaneo schiavo delle playlist radiofoniche – rende barocche certe soluzioni negli arrangiamenti. Il nome del navigatore ed esploratore portoghese è stato scelto per esprimere con immediatezza l’idea del viaggio, attraverso i pezzi legati da un fil rouge: «Preferirei parlare di un concept album involontario, perché la consapevolezza è arrivata a posteriori, a disco fatto, probabilmente scegliendo il titolo. Magellano è l’esempio di chi non si ferma davanti alle cose certe e comode, ma si addentra con coraggio verso l’ignoto».

Liriche ironiche ma dal sottotesto cinico: «Foto di gruppo sotto il monumento, turisti al campo di concentramento e sulle spiagge arroventate lasciate ogni speranza voi che entrate», recita Tra le granite e le granate – il prossimo singolo. Gabbani mette un punto anche alle degenerazioni da social network e dalle fake news. Pachidermi e pappagalli ironizza sulla mania del complottismo: «Sul fatto che oggi con facilità di comunicazione uno dice la sua in maniera facile e così viene riportato. Una reazione a catena in cui si affermano «verità» che verità non sono». Il successo esploso velocemente nell’arco di dodici mesi, dall’affermazione di Amen nella sezione giovani nel 2016 alla vittoria tra i big a febbraio, arriva proprio quando Francesco stava per rinunciare alla carriera.

«È così, due anni fa sono entrato in Bmg ma con un contratto di autore, avevo deciso di vivere la musica ma da dietro le quinte, troppe le delusioni patite. Poi Dino Stuart, il mio editore, convinto del mio talento mi ha spinto a provarci». La performance con la scimmia sul palco dell’Ariston: «Ha inciso per un buon 50% sul successo di Occidentali’s Karma – si schernisce – L’ho inserita perché pensavo che il pezzo risultasse più ostico rispetto ad Amen: un intro, due strofe, un bridge. Continuo ad essere stupito che sia diventato così popolare e che i bambini lo cantino». Ora lo attende il palco del 1 maggio a San Giovanni e poi l’apoteosi kitsch dell’Eurofestival, dove si fa il suo nome fra i probabili vincitori. Il tour invece parte il 19 giugno da Verona: «Sarà un live minimalista dal punto di vista scenografico. Ma metterò qualche elemento coreografico che tende alla teatralità».