Si dice spesso che il G8 di Genova del 2001 non finisca mai. Né per una generazione che si è vista massacrare in piazza, in una scuola e in una caserma, né per i tanti che hanno subito violenze e che hanno visto la giustizia procedere in modo ondivago. Ieri però è arrivata ancora una condanna per i 24 tra dirigenti, ispettori tuttora in servizio o ex, responsabili durante il G8 del 2001 a Genova delle brutali violenze alla scuola Diaz e di falso e calunnia per avere fabbricato false prove e osteggiato in diversi modi le indagini.

Stavolta a pronunciarsi è stata la Corte dei Conti che impone ai responsabili di rimborsare spese legali e provvisionali per un totale di 2 milioni e 800 mila euro.

I poliziotti dovranno rifondere ai ministeri dell’Interno e di Grazia e Giustizia le spese legali dei tre gradi di giudizio, le provvisionali stabilite come risarcimento alle decine di manifestanti massacrati di botte e arrestati sulla base di prove fabbricate ad arte e ripagare gli avvocati del gratuito patrocinio delle parti civili.

Nell’elenco figurano funzionari tutt’ora in servizio come il vicecapo della Dia Gilberto Caldarozzi e il capo della Polstrada di Roma Pietro Troiani. Ulteriore condanna a 5 milioni di euro per il danno di immagine dovrà essere valutata il 22 maggio dalla Corte Costituzionale

E di fronte a una sentenza che ha a che vedere con i poliziotti ( e che vede come vittime i manifestanti), non poteva mancare il commento dell’onnipresente Salvini: «La sentenza Diaz? Prima di commentarla vorrei leggerla. Io sto sempre e comunque con le forze dell’ordine, se uno su mille sbaglia, uno su mille paga». E per rimanere in scia ha specificato – dopo le contestazioni di ieri a Napoli – di essere «orgoglioso di come le forze dell’ordine affrontano ogni giorno problemi del genere».