La fuga da Ghouta est è iniziata: ad un mese dalla ripresa dell’offensiva governativa sul sobborgo di Damasco, ieri 12mila civili sono usciti dalle cittadine di Hammouriyeh e Jisreen. A bordo di aiuto e motorini, a piedi, con coperte e qualche valigia, hanno attraversato il corridoio individuato dal governo. La tv ne ha mostrato i volti: donne, bambini, anziani accompagnati fuori dopo una notte di azioni aeree sulla zona.

Civili in uscita, i primi dopo i 150 feriti evacuati nei giorni scorsi dalla Mezzaluna rossa, e aiuti in entrata: 25 camion di cibo e medicine Onu hanno raggiunto 26mila persone nell’enclave sotto assedio interno ed esterno, dove restano bloccati 400mila civili. Ma gli scontri non cessano: l’aviazione siriana ha proseguito nei raid e gli islamisti nel lancio di missili; 50 i morti ieri, secondo le opposizioni, un numero che farebbe salire il bilancio a 1.500 in un mese.

E con il governo che ha ripreso il 60% della Ghouta orientale, si fa avanti la Turchia, sponsor delle milizie di opposizione: ieri il portavoce del presidente Erdogan ha detto che i servizi segreti stanno lavorando all’evacuazione di al-Nusra dal sobborgo, stimando mille miliziani qaedisti.