Da metà giugno allo scorso mercoledì sono andati in fumo in Italia 26.024 ettari di boschi, il 93,8% del totale della superficie bruciata in tutto il 2016.

Da ieri mattina alle 18 ci sono stati 1.200 nuovi interventi dei pompieri, in Sicilia il maggior numero di operazioni di spegnimento, 354. Impiegati 13 Canadair italiani e due francesi, due elicotteri dei Vigili del Fuoco e tre della Difesa. Dall’inizio dell’anno, sono state 823 le richieste di soccorso aereo giunte dalle regioni: si tratta del record assoluto, sono state infatti superate le 761 raggiunte nel 2012.

LA SITUAZIONE È GRAVISSIMA, come certifica l’European Forest Fire Information System: nell’ultimo mese in Italia sono scoppiati 129 grandi incendi a fronte di una media (nel periodo 2008-2016) di 33. Non solo boschi, ma anche animali allevati e almeno 2.500 ettari di terreno a pascolo, vigneti e uliveti sono andati a fuoco nell’ultimo mese: è la conta dei danni stilata da Coldiretti.

IL BOLLETTINO DI GUERRA investe soprattutto il centro-sud. All’alba di ieri sono state estinte le fiamme che avevano attaccato Metaponto di Bernalda, in Basilicata, 700 le persone evacuate. In Sicilia sono attivi ancora cinque focolai. Particolarmente colpito il centro abitato di Sciacca, tre i palazzi liberati dai pompieri perché messi a rischio dalle fiamme, ma il fuoco ha minacciato anche la periferia di Palermo fino a Monreale. Colpite anche Catania, avvolta da una nube di fumo, e Giardini Naxos. E’ tornata a bruciare la pineta di Chiaramonte Gulfi, nel ragusano. Ieri in Sicilia si registravano oltre 13mila ettari di vegetazione distrutti.

IN CAMPANIA BRUCIA ancora il Vesuvio: gli incendi dalla sommità hanno cominciato ad aggredire le zone alle pendici del vulcano. Salvo l’Osservatorio mentre si cerca di impedire alle fiamme di raggiungere la discarica di Cava Sari. La procura di Napoli indaga per disastro ambientale e distruzione di habitat. E’ ancora interdetto l’accesso alla strada che porta al Gran Cono, mentre l’esercito pattuglia gli accessi anche con l’aiuto di droni.
Un sospetto incendiario è stato arrestato ma ormai il disastro è compiuto: il Vesuvio è coperto da una coltre di cenere che, impermeabilizzando il terreno, potrebbe innescare le frane appena torneranno le piogge; l’aria è irrespirabile e gli sforamenti di polveri sottili e ultrasottili sono continui. Le discariche illegali, disseminate nella zona, sono andate in fumo spargendo veleni nell’aria.

La regione sta ancora valutando se chiedere lo stato di calamità naturale, come ha ribadito ieri il presidente Vincenzo De Luca. Di fronte al disastro della totale mancanza di prevenzione, il governatore continua a snocciolare numeri per autoassolversi: «A maggio abbiamo consegnato 105 mezzi alla Protezione civile, una ventina di veicoli lo scorso anno sono stati consegnati ai vigili del fuoco. Un investimento enorme».

ANCHE IN SARDEGNA ieri è stata una giornata di fuoco. Un vasto incendio è divampato alle porte di Cagliari mentre ancora andavano a fuoco Alà dei Sardi (persi 1.700 ettari di sugherete) e Budoni. Nuovi roghi ad Arzana, in Ogliastra, Loculi, Irgoli e Baunei. A Lanusei sono state evacuate 30 abitazioni e una struttura per malati psichici. La regione ha confermato la disponibilità a firmare «al più presto» la convenzione da 600mila euro con i Vigili del fuoco per la campagna antincendi 2017. Anche qui, come in Campania, quando ormai è tardi.

IN CALABRIA il governatore Mario Oliverio ha annunciato la richiesta al governo dello stato di emergenza. Fiamme a Gioia Tauro e nella zona di Cosenza con 44 roghi attivi. A rischio i boschi della Sila. In Toscana, a Castiglione della Pescaia, distrutti 160 ettari di macchina mediterranea.

A Castellaneta Marina, in provincia di Taranto, le fiamme hanno raggiunto la pineta. E’ durato tre giorni l’incendio che ha decimato la vegetazione a macchia mediterranea sull’isola di San Domino, nell’arcipelago delle Tremiti.
Male anche l’area intorno a Roma, dove ieri è stato catturato un incendiario: «Dal primo giugno si sono verificati 380 incendi, nello stesso periodo dello scorso anno erano stati 135. Il dato sulla capitale va di pari passo con l’aumento di circa il 400% stimato dalla regione Lazio», fa sapere la Protezione civile.