Per qualche ora si è rischiato di assistere allo scenario peggiore: funerali di stato per alcune delle vittime del terremoto che si è abbattuto nel reatino senza che a piangerle ci fossero i familiari. Un gesto di protesta deciso dopo che in mattinata la prefettura di Rieti aveva stabilito di celebrare il rito nell’aeroporto Ciuffelli del capoluogo laziale anziché nel paese d’origine della maggioranza delle vittime. Una decisione giudicata subito incomprensibile e per questo criticata duramente dagli abitanti di Amatrice, il centro che ha pagato più di tutti gli altri le conseguenze del sisma del 24 agosto scorso, scatenandone la reazione immediata.
In molti si sono subito radunati davanti alla sede della Protezione civile minacciando di disertare la cerimonia. «Ci sentiamo presi in giro, noi non vogliamo passerelle, vogliamo che i funerali si tengano ad Amatrice», hanno protestato. D’accordo anche il sindaco Sergio Pirozzi: «Ho espresso la mia totale avversità a questa decisione ma io più di questo cosa posso fare?», ha detto. «Io avevo presentato l’opzione di spostare i funerali di qualche giorno se c’erano motivi legati alla viabilità. Chiedo al prefetto che tenga conto del dolore della comunità».

Un braccio di ferro durato qualche ora. Fino a quando non è intervenuto Matteo Renzi convincendo il prefetto a fare marcia indietro e le 78 salme che dopo essere state trasportate nell’aeroporto reatino sono tate di nuovo caricate sui carri funebri e riportate ad Amatrice lungo la via Salaria. Uno spettacolo certamente poco edificante.
«La scelta iniziale dell’aeroporto di Rieti aveva delle condizioni positive vista la viabilità complicata e i disagi per arrivare ad Amatrice per chi viene da fuori, ma se viene vissuta dalla popolazione come un segno di disattenzione andiamo in direzione dei loro desideri», ha spiegato inseguito il capo del Dicomac della Protezione civile, Titti Postiglione.
I funerali si terranno quindi oggi pomeriggio alle 18 ad Amatrice e saranno trasmessi in diretta dal Tg1 della Rai. Fino a ieri sera restavano aperti comunque alcune questioni. Per la cerimonia si allestendo un campo nell’ex orfanotrofio, ma si tratta di uno spiazzo all’aperto sul quale gli operai hanno gettato del brecciolino perché per oggi è prevista pioggia. E a rendere più complicate le cose, c’è anche il fatto che l’unica via d’accesso al paese è quella che attraversa l’Appennino passando da Campotosto, una strada con molte curve lungo la quale saranno costretti a passare decine di pullman in arrivo da Accumuli ma anche dalla zona sud di Amatrice e dalle sue frazioni. Per il ponte Tre Occhi, una delle vie d’accesso al paese reso inagibile dal sisma, i militari del Genio stanno realizzando un passaggio alternativo ma ci vorranno ancora alcuni giorni perché sia praticabile, e comunque solo per i mezzi di soccorso.
Si continua intanto a scavare. Ieri altri due corpi sono stati estratti dalle macerie dell’Hotel Roma di Amatrice. Si tratta di due donne ospiti della struttura e recuperate dai vigili del fuoco sotto diversi metri di pietre e calcinacci. I soccorritori sono al lavoro per recuperare adesso anche il corpo di una terza donna. Con le due recuperate ieri, sale così a 292 il bilancio delle vittime, 231 delle quali ad Amatrice, 11 ad Accumuli e 50 ad Arquata. Numeri destinati probabilmente a crescere ancora visto che all’appello mancherebbero ancora una decina di persone, almeno stando alle cifre fornite dal sindaco Pirozzi. Un numero preso con cautela dalla Protezione civile. «Il dato è confermato se vengono trovati corpi – ha detto Postiglione – . I due trovati oggi (ieri, ndr), dicono che c’è ancora da scavare». Per quanto riguarda gli sfollati, sono complessivamente 2.952 le persone assistite nei campi e nelle altre strutture allestite dopo il terremoto che ha colpito Lazio, Marche e Umbria.
Per quanto riguarda il futuro delle aree terremotate ieri Renzi è tornato a parlare della ricostruzione. «Dovrà avvenire nel modo più trasparente, con le strutture che abbiamo voluto con forza come l’Autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, ma anche con la massima trasparenza», ha detto il premier.«Ogni centesimo dovrà essere verificato, a cominciare d quelli inviati via sms dagli italiani, ma soprattutto dovremo mantenere viva la presenza delle comunità nel territorio».