Greenpeace Giappone condanna con forza la decisione del governo guidato dal primo ministro Suga di disporre lo scarico nell’Oceano Pacifico di oltre 1,23 milioni di tonnellate di acqua reflua radioattiva stoccata in cisterne della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Questa decisione ignora completamente i diritti umani e gli interessi della gente di Fukushima e in generale del Giappone e della parte di Asia che si affaccia sul Pacifico.

La Tokyo Electric Power Company (Tepco) può dunque avviare lo scarico di rifiuti radioattivi dalla sua centrale nucleare in mare. Questo nonostante il 72% dell’acqua sia fuori norma per il contenuto di radionuclidi dovuto all’uso di un sistema di depurazione che si è rivelato inaffidabile. Solo lo scorso agosto la Tepco ha reso infatti nota la presenza anche di Carbonio 14, assieme ad altri radionuclidi pericolosi come lo Stronzio-90 e il Cobalto-60, nelle acque stoccate in sito. Secondo quanto è stato anticipato, ci vorranno due anni per preparare lo scarico.

Il governo giapponese ha ancora una volta deluso i cittadini di Fukushima, prendendo la decisione del tutto ingiustificata di contaminare deliberatamente l’Oceano Pacifico con acqua radioattiva. Ha ignorato sia i rischi legati all’esposizione alle radiazioni che l’evidenza della sufficiente disponibilità di stoccaggio dell’acqua contaminata nel sito nucleare e nei distretti circostanti. Invece di usare la migliore tecnologia esistente per minimizzare i rischi di esposizione a radiazioni immagazzinando l’acqua a lungo termine e trattandola adeguatamente per ridurre la contaminazione, si è deciso di optare per l’opzione più economica, scaricando l’acqua nell’Oceano Pacifico

Quanto deciso dal governo non proteggerà di certo l’ambiente e trascura l’opposizione su larga scala e le preoccupazioni di cittadini e cittadine di Fukushima, al pari di chi abita in tutto il Giappone. Greenpeace è al fianco della gente di Fukushima, comprese le comunità di pescatori, nei loro sforzi per fermare questi piani.
Secondo sondaggi effettuati da Greenpeace Giappone, la maggioranza dei residenti di Fukushima e in generale del Giappone si oppone allo scarico di queste acque reflue radioattive nel Pacifico. Inoltre, la federazione nazionale delle cooperative di pesca del Giappone ha continuato a esprimere la sua completa opposizione a questa operazione.

I relatori speciali delle Nazioni Unite per i diritti umani – sia nel giugno 2020 che a marzo 2021 – hanno avvertito il governo giapponese che lo scarico dell’acqua nell’ambiente viola i diritti dei cittadini giapponesi e dei suoi vicini, compresa la Corea. Hanno chiesto al governo giapponese di ritardare qualsiasi decisione sullo scarico in mare dell’acqua contaminata fino a quando non sarà finita la crisi del Covid-19 e non si terranno opportune consultazioni internazionali.

Un recente rapporto di Greenpeace Giappone ha inoltre dettagliato le alternative agli attuali non credibili piani di smantellamento per Fukushima Daiichi, comprese le opzioni per fermare il continuo aumento di acqua contaminata. Greenpeace continuerà a guidare la campagna per impedire che le acque reflue radioattive vengano scaricate nel Pacifico.

* comms officer di Greenpeace Italia