Il nucleare continua a far discutere in Giappone e la centrale di Fukushima continua a far parlare di sé con notizie sempre più allarmanti in una sorta di storia infinita. La Nuclear Regulation Authority (Nra), l’agenzia per la sicurezza nucleare giapponese, ha infatti elevato ieri ufficialmente al terzo grado della scala Ines (International Nuclear Event Scale) il livello di gravità della situazione verificatasi dopo l’abbondante perdita d’acqua radioattiva avvenuta la scorsa settimana alla centrale nucleare di Fukushima.

La centrale colpita dallo Tsunami è al centro di polemiche continue dal marzo 2011, quando un sisma in mare aperto originò l’onda anomala che colpì le coste nipponiche danneggiando soprattutto l’impianto numero 1 (e difinitivamente la credibilità della Tepco, l’ente gestore, che reagì con scarsa trasparenza e peggio ancora gestì il dopo sisma).

L’aggiornamento dal precedente livello 1 (anomalia) al livello 3 (serio incidente) della scala Ines, le cui conseguenze possono essere importanti soprattutto per chi lavora all’interno dell’impianto (non per le aree esterne), è il passo più grave deciso finora dall’autorità pubblica di controllo sulla centrale nucleare. La decisione sarebbe stata presa in via precauzionale per via di una perdita che riguarda uno dei serbatoi che raccolgono l’acqua necessaria per raffreddare l’impianto nell’area indicata come H4 e che il 19 agosto scorso aveva portato a classificare la situazione al primo livello.

La Nra ha reso noto ieri che la perdita 300 metri cubi di acqua da un serbatoio nell’area H4 avvenuta nei giorni scorsi è il più recente di una serie di eventi relativi alla perdita di acqua contaminata e che in passato eventi simili non erano stati considerati utilizzando la scala Ines. La progressione della scala Ines va dall’incidente con conseguenze locali (4) all’incidente con conseguenze esterne all’impianto (5) a incidente grave (6) e a incidente molto grave (7). Questo tipo di misurazione è stato introdotto dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) nel 1989.

Dal canto suo proprio l’Aiea ha esortato Tokyo, rilevava ieri la stampa nipponica, a spiegare più chiaramente e dettagliatamente ciò che sta accadendo a Fukushima e a evitare di inviare «messaggi confusi» circa quanto avvenuto. Una tirata d’orecchi che deve aver smosso le acque a livello governativo dopo che il disastro del 2011 ha scatenato in Giappone una grande polemica sull’uso del nucleare, alla base del sistema energetico del paese del Sol levante. Il governo ha infatti deciso di intervenire direttamente nei lavori di sistemazione della centrale di Fukushima Daiichi, giudicando la Tepco incapace di gestire l’emergenza.