Ancora silenzio. Non c’è spazio né in conferenze stampa né per dichiarazioni ufficiali per il futuro degli spettacoli in Italia. Un vuoto che non permette a chi lavora nella filiera di organizzarsi, guardare avanti, capire che fare. Gli artisti, in tutto il mondo, che possono «campare» stando senza esibirsi a lungo sono solo una piccola minoranza. Servirebbe quindi occuparsi realmente, a differenza di quanto fatto finora, di chi non potendo lavorare non può sopravvivere. Mentre la politica resta in silenzio il mondo della musica si organizza per andare avanti, in sicurezza, evitando di star fermi davvero fino al 2021.

ALCUNI ARTISTI si stanno spostando sul web, come Erykah Badu che ha creato una sua piattaforma dove pubblica le sue performance live. Per accedere bisogna pagare. Altri stanno pensando di fare accordi con Netflix o Amazon Prime per vendere esibizioni esclusive. Il rischio che l’opprimente monopolio delle multinazionali, già in corso da anni, sulla musica prosegua è elevatissimo, con conseguente impoverimento di proposte e varietà. Poi c’è chi ha idee che permetterebbero ai lavoratori dello spettacolo di organizzare, nel rispetto del distanziamento fisico ma rifiutando quello sociale, eventi.
Slow Music, di Claudio Trotta, ha già mandato una lettera alla politica intitolata «non solo appelli e silenzi, passiamo ai fatti.Solidarietà, sostenibilità, nuova economia e visione per il futuro». Poi c’è la proposta di Shining Production, Live Club di Trezzo e Fresh Agency, chiamata «Bike-In»: con le biciclette a sostituire le automobili per valorizzare «le aree verdi e i grandi polmoni delle città», e allestimenti stagionali che garantirebbero ingressi e uscite differenziati, oltre al distanziamento fisico. «Secondo l’OMS la bicicletta è il miglior mezzo di spostamento per la fase 2» ricorda Stefano Brambilla, di Shinging Production. «L’idea nasce per trovare un modo per sorpassare questo periodo e arrivare al momento in cui ci sarà un vaccino e una cura. Pensiamo sia una delle vie praticabili nel rispetto delle normative che ad oggi conosciamo».

È UNA PROPOSTA modulabile per eventi medio piccoli: «per esempio in un posto con capienza di 8000 persone se ne metteranno 1000 per montare 10/12 metri quadrati a testa di spazio. Occorrerà rivedere ingaggi e percentuali di guadagno, ma lavoreremmo tutti senza star fermi». Il silenzio della politica è assordante, continuerà nonostante sollecitazioni, proposte e necessità dei lavoratori dello spettacolo?