«Il motivo di questa lettera si potrebbe riassumere con tante frasi fatte: uno per tutti, tutti per uno; l’unione fa la forza. Invece, vogliamo dirlo nel modo che conosciamo meglio, invitandovi a portare le sardine al Global Climate Strike che ci vedrà scendere nelle strade e nelle piazze il 29 novembre». Con queste parole gli studenti dei Fridays For Future si rivolgono alle giovani «sardine» per stimolare la convergenza delle due mobilitazioni. L’occasione è imminente: i cortei per il clima che da sud a nord riempiranno le strade della penisola venerdì prossimo. Sarà il quarto sciopero globale in meno di un anno, dopo quelli del 15 marzo, 24 maggio e 27 settembre (1 milione di persone in piazza in oltre 190 città italiane).

«CON GLI SCIOPERI precedenti abbiamo alzato l’attenzione sulla questione climatica e stiamo iniziando a ottenere i primi effetti concreti – dice Marianna Panzarino, dei Fridays For Future di Roma – Ad esempio, la Banca europea per gli investimenti ha recentemente annullato i finanziamenti ai progetti che producono energia da fonti fossili. Simili misure, però, non bastano: siamo in una situazione di emergenza climatica. Le decisioni politiche del governo italiano, poi, continuano a essere insufficienti. Servono coraggio e azioni efficaci».

SOLO DUE GIORNI FA il Senato non voluto approvare il taglio dei sussidi dannosi per l’ambiente, rinviandolo a un «collegato ambientale» della legge di bilancio previsto per l’inizio del prossimo anno. Al centro delle critiche dei movimenti e delle organizzazioni ecologiste rimane il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) che dovrà essere definito e votato entro il 31 dicembre. Secondo gli attivisti ambientali è totalmente inadeguato a rispettare gli obiettivi stabiliti dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) per contenere l’aumento delle temperature sul pianeta. Il piano insiste sull’utilizzo del gas, che Greenpeace definisce «un combustibile fossile spacciato come “amico del clima” e che invece emette Co2, alimentando la crisi climatica».

VENERDÌ 29, oltre che la data dello sciopero per il clima, è anche il «Black friday», il giorno che apre con sconti e promozioni la stagione dello shopping natalizio. «Il nostro movimento vuole trasformare l’apoteosi del consumismo nel “Block Fridays” – continua Panzarino – Dobbiamo approfondire le azioni di ribellione civile. Durante il corteo gli studenti delle scuole segnaleranno in alcuni punti sensibili la gravità della situazione in cui ci troviamo. Ormai sappiamo che la crisi climatica non produrrà soltanto miliardi di danni a livello economico, ma anche un prezzo enorme in termini di vite umane. Bisogna agire adesso».