Si è concluso ieri a Losanna il primo vertice internazionale organizzato dagli attivisti del Fridays for Future, che adesso hanno anche un «programma» politico in tre punti da presentare ai governi del pianeta: garantire giustizia ed equità climatiche, mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, ascoltare la scienza. L’evento è durato 5 giorni, vi hanno partecipato oltre 500 tra ragazzi e ragazze provenienti da ben 38 Paesi, compresa Greta Thunberg. Fra di loro c’è chi ha raggiunto la città svizzera in autobus, chi in treno e chi persino in bicicletta. Scelte dettate dalla volontà di ridurre al minimo anche le inevitabili emissioni inquinanti sprigionate da questo «pellegrinaggio green». Ennesima – anche se del tutto simbolica – dimostrazione che l’impegno di questi giovani per le tematiche ambientali è tutt’altro che una moda passeggera, anzi.

Dal vertice è emerso chiaramente come gli incontri volti al confronto e allo scambio di idee e le mobilitazioni di piazza diventeranno ben presto una costante con cui i governi del mondo dovranno misurarsi. Già per il prossimo settembre è stata programmata quella che secondo i giovani attivisti «sarà la più grande mobilitazione di massa per il clima mai vista nella storia». La scelta di settembre non è casuale. Le manifestazioni di piazza – in programma dal 20 al 27 del prossimo mese – coincideranno infatti con il summit delle Nazioni Unite sul clima. L’occasione ideale per i giovani del Fridays for Future per far sentire la propria voce.

Fridays For Future rimane infatti fuori dai partiti, non ne appoggia nessuno e non vuole diventarne uno, assicurano gli attivisti riuniti a Losanna. L’intenzione – da come si può leggere dai loro comunicati – è quella di far pressioni sui partiti già esistenti affinché affrontino seriamente le questioni legate al cambiamento climatico.