Il successo cinematografico dell’estate francese è stato un cartoon : quasi sei milioni di spettatori (contro i nemmeno quattro milioni del Besson di stagione) per Cattivissimo me n.3, produzione internazionale realizzata negli Studi parigini di Illumination.

È una doppia conferma : quella della leadership raggiunta dall’animazione francese non solo in Europa, ma nel mondo (dove è da tempo la terza potenza di cartoon dopo Usa e Giappone) e, insieme, la dimostrazione dell’efficienza della ‘politica animata’ condotta da anni da Cartoon di Bruxelles, insieme a Media e a CNC, nella promozione di film e serie tv ‘made in Europe’, dove la Francia, grazie anche a una capillare rete di scuole di settore e finanziamenti pubblici, è divenuta la Disneyland (d)Ue. Il primato è festeggiato, contemporaneamente, da un bel volume celebrativo, Cinéma d’animation. La french touch (Editions de La Martinière, 39.9 €), e dall’annuale appuntamento del Cartoon Forum di Tolosa, avamposto euro-promozionale, con il Cartoon Movie di Bordeaux, che ha raggiunto quest’anno il record di oltre 900 partecipanti, di cui 240 investitori, e di 82 progetti di 23 Paesi europei, per un budget complessivo di 279,8 milioni di euro e un totale di 464 ore.

Ancora una volta, la Francia, che produce una media di 350 ore di programmi tv e di 11 lungometraggi all’anno, s’è confermata in prima posizione, con 28 progetti (tra cui, strepitosi, Shoom’s Odissey, Akissi, Crayons Let’s Play, The Agricultural Fair con i belgi delle figurine di gesso di ‘Panique au village’), stracciando le altre nazioni, dalla Germania (presente con una serie-capolavoro, Lena’s Farm, su disegni d’una magica illustratrice di Mosca) all’Italia dei soliti vagiti, dove spiccava un ambizioso progetto Graphilm di Maurizio Forestieri, The King’s Gang. Al Cartoon Forum, non poteva mancare l’autore del libro del giubileo del cartoon francese, Laurent Valière – specialista del settore e programmatore a France Musique, oltre che autore delle sessions Work in progress al Festival d’animation d’Annecy –, cui han dato man forte, nella stesura del volume, due autori, uno emergente, il Sébastien Laudenbach di La jeune fille sans mains, l’altro superstar, Michel Ocelot (che con Kirikou, 20 anni fa, ha aperto la strada a una nuova generazione d’artisti) cui è affidata la prefazione.

Il libro, riccamente illustrato, edito con il sostegno della Fondation Gan, con numerosi inediti, tra cui prove e schizzi d’autore, ripercorre 125 anni di storia del cinema francese dalla parte dell’animazione, dove la Francia, ancora una volta, ha ruolo pioniere. Non è Walt Disney il papà del cartoon, inventato invece da due ‘nonni’ d’oltralpe : Emile Raynaud – cui si deve la prima proiezione pubblica a Parigi al Musée Grévin di personaggi animati, alla fine del 1892 (tre anni prima dell’avvento-cinema dei Lumière) – e Emile Cohl, creatore all’inizio del ‘900 di Fantoche. Tenuto a battesimo al festival d’Annecy, Cinéma d’animation. La french touch rimette in fila anni e firme del cartoon d’oltralpe, da Paul Grimault che filmava sceneggiature di Jacques Prévert a Joann Sfar, evocato al Cartoon Forum nella spumeggiante presentazione di Akissi dai suoi collaboratori del magnifico Chat du rabin di sei anni fa, alle ‘nuove leve’, subito di successo della trascorsa stagione, da Ma vie de Courgette a La Tortue rouge.

Altro che America, altro che Giappone. Da La vieille Dame et les pigeons di Sylvain Chomet a Brendan et le secret de Kells di Tomm Moore, a Ernest et Célestine di Benjamin Renner, Arthur et les minimoys di Luc Besson, Minuscule di Giraud-Szabo, Astérix et le Domaine des Dieux di Clichy-Astier, è una valanga di qualità. Confermata ora da Le Grand méchant renard et autres contes di Renner-Imbert e Zombillenium di De Pins-Ducord in uscita in ottobre. E l’anno prossimo ? Astérix et la Potion magique di Clichy-Astier, Petit vampire di Sfar e La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti.

Ci aspettano, in anteprima, al Cartoon Movie di marzo a Bordeaux.