«Volevamo essere l’onda di piena e siamo finiti a fare da argine. Per alcuni va bene così. Non per tutti, ne sono certa», con questo tweet Francesca Frediani, consigliera regionale da sempre vicina ai No Tav e presidente del gruppo del Movimento 5 Stelle in Piemonte, commenta il risultato delle elezioni in Emilia Romagna e Calabria e descrive la situazione nel M5S. A lei, che osserva le cose grilline da una assemblea regionale, chiediamo un punto di vista sulla crisi del M5S a partire dal voto di domenica.

«Con quel messaggio mi riferisco al fatto che adesso abbiamo questo ruolo di argine all’ascesa di Salvini – esordisce Frediani – Anche in Emilia Romagna abbiamo svolto quel ruolo lì. Sono entrati due consiglieri che staranno all’opposizione, so quanto è importante che ciò avvenga. Solo che non abbiamo più quella capacità di crescita che avevamo. Qualcuno parla di recuperare l’entusiasmo ma il senso di marcia si inverte e l’entusiasmo può tornare solo se si fa un’analisi della nostra situazione. Se si capisce cosa non va».

Cosa si è inceppato, secondo lei?

Si sono interrotte le comunicazioni tra la base e chi è andato a Roma. Io sono un caso estremo perché avendo seguito la Tav questa cosa l’ho percepita in modo particolare. Non abbiamo neanche potuto ottenere quel minimo di dialogo col territorio, per cui alla fine la decisione è stata calata dall’alto.

Si è smarrita la misura?

Penso che il mancato rapporto con la base e con gli eletti sul territorio abbia fatto perdere il contatto con la realtà. Da qui discende una questione che ha a che fare con il nostro modo di stare al governo: su alcuni temi non si può giustificare tutto col fatto che siamo in coalizione con altri e dunque costretti a fare dei compromessi.

Secondo alcuni suoi colleghi la lezione di questo voto è che alle regionali per vincere bisogna apparentarsi. È impossibile vincere da soli?

La legge elettorale non ci agevola, adesso si dice che dobbiamo essere l’ago della bilancia. Forse abbiamo influito pesantemente sul risultato, in vari modi e anche a nostro discapito nei casi in cui i nostri hanno votato il centrosinistra per fermare Salvini. Ma anche se siamo determinanti in alcune situazioni, se riusciamo davvero a essere “ago della bilancia”, rischiamo di essere una forza non preponderante.

Eppure Grillo ormai parla di una collocazione stabile nel fronte progressista…

Di sicuro aver governato prima con uno e poi con l’altro ha fatto allontanare molti attivisti. Per me è meglio stare da questa parte, almeno rispetto a quando stavamo con la destra. Solo che le cose non sono così semplici. Anche il Pd non è compatto. E temo che in questa giostra di equilibri precari ci stiamo giocando la nostra identità.

Cosa auspica per gli Stati generali? Come dovrebbe svolgersi il vostro dibattito?

Spero sia un confronto reale. L’ultima occasione di confronto è stata deludente: ogni intervento era ridotto a 2 minuti di cronometro, senza che si arrivasse a una conclusione e senza una riflessione su quello che si era detto. Mi auguro che ci siano documenti da votare alla fine e non soluzioni preconfezionate come quella dei facilitatori, che non si capisce quali compiti debbano svolgere. Una soluzione che peraltro nessuno aveva chiesto.

Torino è un modello di amministrazione per il M5S? E Appendino studia da leader?

C’è sempre stata sintonia tra Di Maio e Appendino. Detto questo, su quello che succederà in futuro spero che possiamo esprimerci. Appendino rappresenta una parte del M5S, non tutto. Anche questa continua ricerca di un leader non dovrebbe appartenerci. Non vorrei che basti individuare un capo da seguire, il modello che avevamo in mente era diverso.

A proposito di perdere contatto con la realtà: il ministro della giustizia Alfonso Bonafede sostiene che in Italia non si finisca in carcere se innocenti. L’attivista No Tav Nicoletta Dosio è in cella da innocente?

Nicoletta e altri come lei sono vittime della criminalizzazione della libertà di manifestare. È colpevole di aver dissentito ma, evidentemente, qualcuno pensa che il dissenso sia un reato. Bisogna uscire da quella logica e cancellare i decreti sicurezza. Altrimenti succederà proprio che persone come lei non vengano considerate innocenti e finiscano in carcere.